Page 410 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              pubblica? Come è stato possibile, tra i due «contendenti», continuare a sostenere la
                                              posizione del Governatore, peraltro facente capo alla corrente democristiana dell’On.
                                              Salvo Lima e del Sen. Giulio Andreotti, a scapito di un funzionario dello Stato che
                                              aveva costruito sul campo la sua leggenda?



                                              9.  IL RUOLO DEL MINISTRO DELL’INTERNO

                                              Proviamo a dare una risposta a tali quesiti, basandoci su un dato storico inoppugna-
                                              bile emerso in un altro capitolo di questo volume, sul quale appare utile ritornare.
                Milano. Il Generale di Divisione
      406       dalla Chiesa incontra il Ministro
                dell’Interno Virginio Rognoni. Foto
                D. Fracchia


























                                              Nel corso dell’audizione del 7 luglio 1980 innanzi alla Commissione parlamentare
                                              d’inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul
                                              terrorismo in Italia, commissione bilaterale costituita nell’arco dell’VIII Legislatura
                                              con legge n. 597 del 23 novembre 1979, il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa tenne
                                              a rappresentare che, nonostante il pieno conseguimento degli obiettivi loro affidati,
                                              non tutto era andato per il verso giusto. Proseguendo nella sua deposizione, Egli disse:

                                                   Qui giova sottolineare che il famoso Decreto che prevedeva, all’art. 3, che tutti gli
                                                   organi provinciali, la Pubblica Sicurezza, la Guardia di Finanza, l’Arma, dovevano
                                                   garantire il massimo della collaborazione, è stato diramato soltanto dal Comando
                                                   Generale dell’Arma. Pertanto, in periferia, da parte delle Prefetture, delle Questure,
                                                   dei Gruppi della Guardia di Finanza, si è sempre pensato che la presenza non solo
                                                   personale, che era scontata, ma quella degli uomini che appartenevano a questi Reparti
                                                   fosse un’interferenza, non voluta dall’Esecutivo, fosse un qualcosa che apparteneva
                                                   alla mia volontà di straripare, di prevaricare nel condurre una lotta che andava a di
                                                   là di quei poteri che, invece, mi erano stati affidati ufficialmente attraverso un decre-
                                                   to. Ho pagato quindi un alto tributo psicologico – e non mi dispiaccio di questo – lo
                                                   dico solo per segnalare quale ulteriore condizionamento, quale ulteriore difficoltà nel
                                                   muovere ci sia stata, perché qualche Questore, qualche Comandante di Gruppo della
                                                   Guardia di Finanza – pur avendo io avuto dal Comando Generale della Guardia di
                                                   Finanza ogni collaborazione – qualche Prefetto ha dato la sensazione che la presenza
                                                   o mia personale o di qualche mio Ufficiale potesse essere un di più, rispetto ai compiti
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