Page 213 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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La foto di
Manfredi Talamo
allegata alla
scheda di arresto
tedesca.
Mischi, in quel momento [ottobre 1943] Comandante Generale dei Carabinieri
nel nuovo governo Mussolini, intervennero sui tedeschi per ottenere il rilascio
di Talamo o la sua consegna al S.I.D.; richieste evidentemente senza successo.
La fucilazione di Talamo risolse il problema e eliminò agli occhi dei tedeschi
un ‘traditore’ troppo pericoloso, anche per le conoscenze che Talamo aveva
maturato sulla rete spionistica nazista in Italia.
Il colonnello Bertacchi, che era stato uno dei capi del controspionaggio ita-
liano prima della guerra, rivelò, nel corso del suo interrogatorio reso, come di
prassi, ad un omologo americano, che fin dal 1935 il S.I.M. aveva avuto acces- 18 NARA, RG 226,
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so all’ambasciata della Gran Bretagna presso il Quirinale, al consolato inglese a NND – 009004, 12
ottobre 1944.
Torino, all‘ambasciata e al consolato degli Stati Uniti in Roma, con la naturale
agevolazione dei Carabinieri posti a guardia delle sedi diplomatiche. Bertacchi
disse anche che la conoscenza del codice in uso dall’addetto militare america-
no era stata molto utile per decifrare alcune comunicazioni nella battaglia di El
Alamein. Confermò che gli italiani erano entrati in possesso anche dei codici
della legazione britannica presso il Vaticano.
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