Page 208 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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se con il Comando Supremo sul campo di battaglia, responsabile per il con-
trospionaggio nella zona di guerra: nominalmente controllava il lavoro svolto
dalle varie Armate; in pratica gli ufficiali incaricati dell’Ufficio Informazioni
presenti in ogni reparto, lavoravano ognuno per conto proprio, sia per quanto
riguardava i metodi di raccolta informativa sia per l’obiettivo delle ricerche e
le modalità di comunicazione di quanto raccolto. Difficoltà tecniche oggettive
si erano frapposte al concreto scambio di notizie ma certamente non si era pa-
rimenti sviluppato il senso della necessità di una stretta collaborazione volta
ad incrementare la condivisione delle informazioni.
La sezione “M” era responsabile per il controspionaggio da e per la Svizzera
e alle sue frontiere; copriva anche il nord ovest dell’Italia e stati di frontiera,
avendo per obiettivo principale la raccolta delle informazioni e relativa difesa
del segreto militare.
La sezione “R” aveva invece il suo quartier generale in Roma; si occupava
in genere del controspionaggio nel resto dell’Italia e riceveva i rapporti dagli
agenti operanti fuori dal territorio metropolitano. Questa era divenuta in pra-
tica l’Ufficio responsabile della direzione di tutta l’attività informativa com-
prese le zone di guerra di Torino e Milano. Notoriamente si occupava anche di
un settore commerciale (produceva un bollettino economico con analisi della
situazione, una economic intelligence non molto sofisticata ma interessante, spe-
cialmente ai fini storici), della censura, della propaganda, della informazione
e controinformazione politica: quindi vi sarebbe dovuto essere un certo coor-
dinamento, che però alla fine mancò. Il Capo del controspionaggio rimase fin
verso gli inizi del 1918 a Roma, poi si trasferì al Comando Supremo, dividendo
la sua presenza tra la capitale e la zona di guerra. Riceveva quotidianamente
rapporti sia dalla Sezione “R” sia dalla “U”. Non poteva fare molto, comun-
8 Cfr. per i dettagli que, anche per il coordinamento. 8
della Sezione ’R’
M. G. Pasqualini, Ben si sapeva che tutti gli Uffici informativi nei vari reparti avevano po-
Carte Segrete…, cit., chissimo personale e che spesso vi venivano inviati, per coprire il ristretto or-
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ganico, elementi che non avevano una specifica esperienza o un particolare
addestramento. Ad un certo punto, tra l’altro, per esigenze operative, ven-
nero trasferiti al Servizio ‘I’ solo ufficiali e sottufficiali, ex civili mobilitati per
la guerra non esperti del settore: nonostante questa situazione, l’Ufficio ‘I’ e
le sue dipendenze lavoravano bene e fornivano ottime informazioni ma non
sempre venivano considerate attendibili da chi aveva la responsabilità della
conduzione del conflitto, cioè gli alti vertici militari.
Era certamente mancata anche una fattiva collaborazione tra il Servizio infor-
mativo dell’Esercito e quello della Marina, che non accettavano di condividere
le informazioni e, ancora meno, di essere coordinati dall’Ufficio ‘I’ del Coman-
do Supremo: il secondo aveva una più lunga tradizione nel campo informativo
e non riteneva che i problemi della Forza terrestre fossero da coordinare con
quelli della Forza marittima. I documenti inglesi, al riguardo, hanno sempre
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