Page 206 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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zione di un Ufficio Centrale del Ministero degli Affari Esteri.
L’esigenza di una Direzione centralizzata così concepita traeva origine an-
che da un’altra circostanza, di carattere afferente alle umane debolezze, che
spesso i diplomatici avevano lamentato e che naturalmente il Ministro non
aveva messo in evidenza nella sua proposta: non sempre l’Addetto militare
faceva leggere al diplomatico di turno le relazioni che inviava al Comando
Supremo o alle altre Autorità militari, soprattutto quando sapeva che le sue
valutazioni non erano in linea con quanto riferito a Roma dal Capo Missio-
ne, suggerendo dei comportamenti diversi da quelli che avrebbe consigliato la
rappresentanza. Questo era considerato dai diplomatici un ‘vulnus’ inaccetta-
bile che ne diminuiva l’autorità di fronte agli altri collaboratori, minandone il
prestigio all’interno e all’esterno dell’Ufficio. Altre volte vi era stata invece una
buona collaborazione tra Addetto militare e Capo Missione… specialmente se
quest’ultimo era divenuto agente occulto del S.I.M. Come al solito, molto di-
pendeva dai singoli…
Certamente, all’estero, propaganda e informazione procedevano di pari
passo, alimentandosi a vicenda; ma occorreva cercare, secondo il Ministro de-
gli Esteri, di risolvere il problema dell’unificazione dei Servizi di informazione,
militari e civili, sia tenendo conto dei bisogni ‘tecnici’ del Comando Supremo,
circa il settore militare… comunque ritenuto ormai marginale, essendo cessato
il periodo bellico.
Il sentito garbo nei rapporti fra Autorità dello Stato volle che Tittoni ter-
minasse la sua lettera con l’augurio di un favorevole accoglimento delle sue
intenzioni e l’auspicio che il generale Diaz convenisse con lui che il mezzo più
adatto per metterle rapidamente in pratica fosse quello di inviare, da parte del
Comando Supremo, un alto ufficiale presso il Ministero degli Affari Esteri per
esaminare il progetto e porre le basi per un accordo istituzionale.
Sotto il pretesto di una razionalizzazione e di economie di bilancio, si vole-
va dunque conferire a sole strutture civili un delicato settore, sottraendolo al
controllo militare, con l’eventuale supporto tecnico di strutture militari specia-
3 AUSSME, Fondo lizzate. 3
S.I.M., 10^ Divi-
sione. Tittoni, come prima ragione fondante delle sue proposte, aveva avanzato
4 Per i dettagli di quella economica e in seconda battuta, quella di una coerente unificazione di
questa proposta e 4
i successivi avve- vari servizi dello Stato. Quest’ultima idea, se non errata in linea di principio,
nimenti, cfr. M. G. era inattuabile ponendo sotto il Ministero degli Affari Esteri tutto il settore
Pasqualini, Carte
segrete… cit., vol. estero dello spionaggio e controspionaggio, eliminando quasi del tutto l’ap-
II, pp. 27 e ss.
porto della componente militare.
Una simile organizzazione, comunque, era prematura e lo sarebbe stata an-
cora di più con i successivi avvenimenti di politica interna dal 1922 in poi.
Eppure, nella prima guerra mondiale, il Servizio informazioni militare (non
ancora S.I.M.) aveva fatto un salto di qualità rispetto agli inizi del secolo, sia
in patria sia all’estero, organizzandosi meglio, anche se, in una analisi finale,
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