Page 41 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
P. 41

Altro elemento importante, secondo il futuro Capo del S.I.M., erano le noti-
                     zie sullo spirito della pubblica opinione dello Stato nemico, sulla fiducia della
                     società nella vittoria delle proprie armi. Era anche interessante conoscere l’at-
                     tività e la capacità delle industrie destinate a alimentare e sostenere la guerra e
                     l’eventuale impiego di nuovi ritrovati bellici; avere notizia in tempo utile della
                     chiamata alle armi di nuove classi o di movimenti straordinari di truppe.
                        Non poteva però essere tutto! I Centri dovevano seguire la complessa attivi-
                     tà politica dello stato in cui avevano sede; comprendere la qualità e la quantità
                     delle importazioni: quali le materie prime e quali le modalità di pagamento;
                     seguire l’orientamento, le tendenze, le simpatie dell’esercito e della popolazio-
                     ne;  studiare l’attività del Servizio Informazioni nemico e la sua opera di pro-
                     paganda,  per collaborare alla repressione dell’attività di spionaggio nemico in
                     patria.
                        Anche in tempo di guerra i Centri potevano esistere in veste ufficiale o oc-
                     culta, nel senso che quelli ufficiali corrispondevano come detto, agli Uffici degli
                     addetti militari; quelli occulti, potevano essere costituiti all’atto della mobilita-
                     zione (meglio prima), avendo in organico due o tre ufficiali e quattro o cinque
                     uomini di truppa, tutti provenienti dalle fila dei Carabinieri; dovevano essere
                     organizzati, di massima, in territori in cui vi erano già Centri ufficiali o, altri-
                     menti, in zone in cui si poteva profilare una certa garanzia di buon rendimento.
                     Grande attenzione doveva essere riservata al personale, che doveva godere
                     della massima fiducia e alta professionalità, considerate le difficili condizioni
                     di lavoro, ricorrendo se del caso a congedati, che avessero conoscenza dei luo-
                     ghi. Il personale di quei Centri poteva avvalersi solamente in via eccezionale
                     di agenti o fiduciari, in modo diretto.
                        Era chiaro che i Centri occulti dovevano disporre di ampia autonomia finan-
                     ziaria e libertà d’azione, dipendendo dal Servizio Informazioni del Comando
                     Supremo durante la mobilitazione e in periodo di ostilità. Alla loro direzione
                     doveva essere sempre posta una persona molto esperta di attività informativa
                     in territorio ostile, che in genere corrispondeva a un ufficiale in servizio di
                     Stato Maggiore.
                        I Centri occulti che non avessero dato garanzia di buon rendimento in tem-
                     po di guerra dovevano essere chiusi.




                     5. Agenti e fiduciari

                        Il secondo capitolo delle ‘dispense’ era dedicato alla scelta, al reclutamento,
                     all’addestramento e all’impiego di agenti e fiduciari, uno dei mezzi esecutivi nor-
                     mali sia per conseguire e controllare informazioni ricevute da varie fonti sia per
                     condurre azioni speciali che rientravano nelle competenze del Servizio.
                        Le modalità di reclutamento erano abbastanza simili in pace come in guer-
                     ra, con avvertenze dovute ai maggiori pericoli e ai minori investimenti possi-





                                                                             Il s.I.M. In ItalIa                 41
   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45   46