Page 39 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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scoperto,  l’ufficiale  russo  dovette
                     lasciare la capitale tedesca in 24 ore
                     ma intanto il danno era stato arre-
                     cato! Gli addetti militari erano stati
                     ed erano dunque ancora molto uti-
                     li… e il conferenziere aveva voluto
                     evidenziarne l’importanza.
                        Per  tornare  alla  filosofia  e  alla
                     pratica dei Centri all’estero in tem-
                     po di guerra, essi potevano risiedere
                     in paesi amici o neutrali, confinanti
                     con il nemico del momento o che con
                     quello avessero rapporti. Costituiva
                     una eccezione il fatto che potessero
                     continuare a risiedere nel paese ne-
                     mico e, in tal caso, era necessario di-
                     sporre di ufficiali professionalmen-
                     te molto abili e preparati. Ai fini del
                     loro  rendimento,  però,  era  impor-
                     tante che i Centri iniziassero a fun-
                     zionare  qualche  mese  prima  dello
                     scoppio della guerra anche perché,
                     proprio durante la mobilitazione, la
                     radunata e le prime operazioni, era
                     ancora possibile attingere un certo numero di informazioni e allo stesso tempo   Il raro volume
                     avviare una attività operativa  che oggi potremmo chiamare stay behind.        di Max Ronge,
                                                                                                    Capo dello
                        Ricordava Tripiccione che alcuni stati come la Francia, durante il conflitto, si   Evidenzbureau
                     erano serviti d’informazioni assunte all’estero: nel 1916, ad esempio, il gover-  (il Servizio
                     no francese aveva acquistato a Berna, a nome del conte Meugeot, banchiere di   segreto militare)
                                                                                                    dello Stato
                     Lione ma anche capitano dei dragoni, una famosa fabbrica di orologi Bévilliard   Maggiore
                     alla quale aveva dato un notevole impulso commerciale, svolgendo così una      austriaco.
                     dinamica e redditizia attività anche informativa, grazie al gran numero di ‘com-
                     messi viaggiatori’ necessari all’azienda, che in realtà erano agenti del Servizio
                     Informazioni.  Sembra, peraltro, che in quel periodo Parigi avesse organizzato   29   Per  alcuni  aspet-
                                  29
                     ben quattordici centri di quel tipo fuori i confini nazionali.                   ti  dello  spionag-
                                                                                                      gio di quel periodo
                        Anche l’Inghilterra aveva conseguito notevoli soddisfazioni, in particolare   v. il volume di Max
                                                                                                      Ronge,  già  a  capo
                     nei Paesi Bassi, con la raccolta di una gran mole di informazioni. A Rotterdam   dell’Evidenzbureau
                     funzionava un centro diretto da un tal Mr. Tinsley, direttore di una nota società   dello Stato Maggio-
                                                                                                      re  austriaco,  Spio-
                     di navigazione. Il centro aumentò progressivamente il raggio di azione e l’im-   naggio,  con  prefa-
                                                                                                      zione di Aldo Valo-
                     portanza fino al punto che sul finire del 1918 giunse a impiegare circa trecento   ri, Napoli, 1933; Al-
                     agenti che, divisi in quattro sezioni, facevano capo ad un ufficio della ditta: la   bert Pethö, I servizi
                                                                                                      segreti  dell’Austria-
                     prima si occupava della marina; la seconda, dell’esercito; la terza, della tecnica   Ungheria,  Gorizia,
                                                                                                      2001.





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