Page 42 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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bili nel secondo caso. Le due figure, agente e fiduciario, differivano molto nella
valutazione di Tripiccione.
Per fiduciario si doveva intendere chi forniva informazioni (quasi sempre
non ricompensate con denaro) che non necessitavano di controllo perché pro-
venienti da elemento che godeva della massima fiducia da parte di chi lo im-
piegava. La notevole differenza, infatti, tra fiduciario e agente non riguardava
l’aspetto finanziario, ma la stima e la fiducia da parte dell’interlocutore.
I fiduciari normalmente agivano per ragioni sentimentali (amor di patria,
motivazioni ideologiche etc…) oppure erano agenti che, avendo prestato lun-
go e meritorio servizio, godevano di grande considerazione. I fiduciari, inoltre,
dovevano spesso agire da collegamento con gli agenti per evitare esposizioni
agli ufficiali del Servizio. Ai fiduciari era opportuno ricorrere solo in caso di
assoluto bisogno perché non valeva la pena rischiare di ‘bruciarli’ in attività
di ricerca informativa ordinaria. Perdere un fiduciario, infatti, era molto più
grave che perdere un agente.
Gli agenti erano coloro che, dietro compenso di denaro o di altra natura,
lavoravano alle dipendenze dirette degli organi del Servizio. L’autore segna-
lava che degli agenti era necessario diffidare sistematicamente (!), partendo dal
principio che potevano fare il doppio gioco, finché per i risultati e le prove for-
nite non dimostrassero la loro sicura affidabilità. Era comunque finito il tempo
della spia romantica o romanzesca consacrata dalla leggenda e dal periodo na-
poleonico o da governi risoluti: queste considerazioni si leggono in altre pagine
dattiloscritte che non facevano però parte di questo blocco di note sugli agenti
e fiduciari, ma sempre inserite nella Cartella Tripiccione.
Vi era una gerarchia tra gli agenti: erano distinti in informatori di concetto (non
molto numerosi e alcune volte inseriti nella categoria dei fiduciari), molto pre-
ziosi, e informatori comuni (per i quali si avevano maggiori possibilità di scelta
soprattutto in tempo di guerra). Ai primi, generalmente di grande esperienza
professionale, si affidavano compiti di particolare delicatezza e sensibilità, fer-
mo restando che le richieste dovevano sempre avere un carattere determinato
e specifico, per avere la sicurezza di ricevere notizie pertinenti. A quelli comuni
venivano assegnati compiti di minore importanza. Gli agenti avevano sempre
un costo molto alto: secondo Tripiccione non ci si poteva mostrare avari con
loro perché l’informatore rende quanto è pagato, cioè era legato al compenso ri-
cevuto, prodromo dell’eventuale fidelizzazione al Servizio…
La scelta degli agenti doveva avvenire in base alla loro conoscenza del ter-
ritorio sul quale dovevano operare e della lingua locale, delle parentele, delle
amicizie, delle relazioni personali, dello stato sociale, in misura tale da avere
maggiori possibilità di ricerca informativa in ogni ambito. Per la loro professio-
ne dovevano avere competenza circa il settore in cui erano chiamati ad agire.
Per il settore militare, Tripiccione indicava che nel periodo seguente la cadu-
ta degli Imperi Centrali, ottimi agenti potevano divenire ex ufficiali prussiani
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