Page 43 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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o tedeschi che erano rimasti disoccupati: preziosi elementi da sfruttare perché
                     avevano  un’approfondita  conoscenza  degli  ordinamenti  militari,  per  lunga
                     pratica in pace e in guerra; dopo opportuna valutazione  del loro servizio que-
                     gli agenti potevano trasformarsi in fiduciari.
                        Interessante  notare,  per  una  valutazione  comparativa  storica,  che  questa
                     possibilità di utilizzazione di militari esperti quali informatori, dopo la fine di
                     una guerra, adombrata dal Generale nelle sue dispense negli Anni Trenta, fu
                     invece considerata non auspicabile dagli anglo-americani venti anni dopo: nei
                     progetti di ristrutturazione del Servizio militare informativo italiano redatti
                     dagli alleati, alla fine delle ostilità, spesso veniva ribadito che chi aveva già
                     svolto nel passato attività informativa, di massima non doveva essere utilizza-
                     to in una nuova struttura post-bellica (v. sotto).
                        Tornando alle dispense, nel campo dell’informazione commerciale, invece,
                     gli agenti potevano essere scelti tra i piazzisti, viaggiatori di commercio, che,
                     oltre a conoscere il proprio settore, offrivano il vantaggio di non destare so-
                     spetti nei loro frequenti ma giustificabili spostamenti.
                        Effettivamente, sulla base delle note del Tripiccione, ripercorrendo la storia
                     di alcune coperture di Centri del passato, si nota che spesso erano occultati
                     dietro la facciata di aziende di import-export o grandi ditte. Insomma: per ogni
                     settore,  era  necessario  disporre  di  agenti  specializzati  e  competenti  tecnica-
                     mente. Ad esempio era di forte interesse poter reclutare i capi stazione delle
                     zone di confine, che così potevano garantire una sicura sorveglianza sui movi-
                     menti ferroviari confinari (passaggio di convogli non previsti, cambi di orari
                     improvvisi…). Il personale tecnico degli alberghi era altrettanto utile, come i
                     piccoli esercenti, le governanti, le istitutrici, i camerieri, il personale viaggiante
                     dei treni di lusso: si trattava di linee guida che furono di certo seguite in quel
                     periodo (v. seconda parte)
                        Comunque, anche dando per scontata una felice scelta degli informatori,
                     gli organi del Servizio dovevano continuamente spronarli per ottenere il loro
                     massimo rendimento.
                        Un esempio interessante proposto ai frequentatori, era costituito dalla Ger-
                     mania che, verso il 1870, aveva creato una ramificata rete di fiduciari tra i quali
                     uno si era distinto per la particolare attitudine nella scelta degli agenti: il ser-
                     vizio tedesco aveva allora acquistato un albergo a Bruxelles e glielo aveva ce-
                     duto in gestione. In breve tempo quell’albergo si era trasformato in un ottimo
                     centro di reclutamento: camerieri e cameriere, baristi, portieri d’albergo e gli
                     stessi clienti erano oggetto costante di studio in vista di un’eventuale offerta di
                     ‘impiego’ particolare. Durante il conflitto l’albergo si rivelò anche un efficace
                     centro occulto.
                        Tripiccione scriveva anche delle agenti donne che, riteneva, potessero ope-
                     rare in qualsiasi campo e ceto sociale. Il loro compito doveva essere quello di
                     guadagnare la fiducia di chi le avvicinava, indurre i propri interlocutori a par-






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