Page 44 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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lare apertamente e prendere accurata nota di ciò di cui venivano a conoscenza.
L’impiego di tale tipo di agenti, a prima vista semplice, all’atto pratico richie-
deva molte cautele e due qualità che, per l’estensore della conferenza, non era
facile trovare nella donna: fermezza e coraggio…
Scriveva Tripiccione: la donna di fronte al pericolo è per sua natura titubante e
incerta e corre il rischio di tradirsi facilmente. La donna poi rappresenta sempre una
incognita perché può finire anche con l’innamorarsi effettivamente dell’uomo di cui si
serve per compiere il suo servizio e allora il suo rendimento cessa di colpo... infine la
donna ha un gran difetto: quello di parlare facilmente e di lasciarsi quindi facilmente
sfuggire qualcosa che può farla cadere nella rete del controspionaggio nemico, con gra-
ve danno del Servizio Informazioni che la impiega…
Ricordava che di donne si erano certamente serviti Cavour, Napoleone e
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33 Cfr. per questa spe- Bismarck. Nella seconda metà dell’Ottocento, riferisce Tripiccione, l’uso
cifica opinione an-
che Max Ronge, cit., dell’elemento femminile era stato abbondante ma il loro rendimento, il più
p. 17 e ss. delle volte, sproporzionato al costo sostenuto, da dieci a dodici volte maggiore
di quello per un agente maschile. Tripiccione insomma vedeva la donna quasi
sempre protagonista di storie d’alcova e non molto altro.
A margine delle valutazioni di Tripiccione, va tuttavia ricordato che queste
considerazioni venivano fatte in un periodo in cui la donna era relegata ad
un compito ben preciso nella società, quella di madre e moglie, non avendo
diritto di voto e non potendo accedere a molte carriere. L’apporto della donna
in guerra e sopratutto nella Resistenza dimostreranno quanto fosse errato tale
giudizio. Comunque, nonostante quanto scritto dal Tripiccione, il Servizio evi-
tava con cura l’impiego di agenti femminili che, al massimo, potevano essere
tollerate nel ruolo di docenti: ricordava il conferenziere l’esempio di una nor-
vegese che, in una scuola istituita ad Anversa, durante la Grande Guerra, era
l’insegnante più importante tra molti ufficiali di Stato Maggiore, una signora
di cui si ricordava persino il nome, Frau Mearkmuller: il solo fatto di menzio-
narla con le sue generalità indica la eccezionalità della situazione e la sua fama
che, evidentemente, si era in seguito diffusa in tutta Europa, una eccezione a
conferma di una regola fissa.
Continuando nell’analisi del testo, l’addestramento degli agenti era per Tri-
piccione un momento importantissimo. Doveva essere loro impartita una pri-
ma istruzione pratica per l’uso dei ‘ferri del mestiere’, e questo permetteva di
studiare meglio l’informatore e allontanarlo se si fosse dimostrato inidoneo.
Bisognava iniziare a formare sia il fiduciario sia l’agente partendo dalle no-
zioni più banali (evitare di lasciare in giro appunti, lettere, numeri telefonici
etc...) per giungere a quelle più tecniche del mestiere: dare appuntamento ai
contatti assolutamente lontano dalla loro residenza; evitare di far capire che
si comprendeva una lingua per poter ascoltare i discorsi altrui con facilità. Un
piccolo errore poteva pregiudicare una buona scelta. Tripiccione ricordava che
un suo fiduciario aveva dimenticato un foglietto con le iniziali di un agente
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