Page 149 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Ottenuto a Milano il consenso tedesco su questo punto,  Mussolini, come
             ci  dice Ciano nel  suo  diario  (16),  autorizzò  telefonicamente il Ministro  degli·
             Esteri a stringere subito. Leggendo poi la relazione che questi gli"presentò al suo
             ritorno, segnò la parte «Periodo di pace», che diceva: «Anche la Germania è con-
             vinta della necessità di un periodo di pace che dovrebbe essere non inferiore ai quat-
             tro o cinque anni». Nulla invece annotò sulla parte «tlllean1.1l militare» che diceva:
             «Ribbentrop si riserva di mandarci al più presto uno schema di trattato di alleanZil
             che dovrebbe venire da  noi esaminato e discusso-..  E  vale qui la }lena flOtare che
             in questo modo i tedeschi indicavano quanto meno l'intenzione di "rivedere il pro-
             getto del 6 gennaio.                    ·
          d) n testo del nuovo progetto giunse a Roma nelle prime ore del13 maggio  19~9
             e Ciano dice nel suo diario che gli fu consegnato mentre era in treno per recarsi.
             a Firenze. «<n massima va bene.., osserva, e commenta: «Non ho mai letto un patto
             simile: è verrt e propria dinamite» (17). Tale in effetti era, giacché i tre citati articoli
             erano cosi trasformati: l'uno e il due erano accorpati insieme senza però presen-
             tare varianti di sostanza; ne avevano solo di forma. Restava quindi la consulfiJZio- ·
             ne per il caso di difficoltà o pericolo, é il sostegno politico e diplomatico pet ii· caso
             di minaccia.  I.:articolo J invece diceva:  «Se malgrado i desiderata e le speranze
             delle Parti contraenti dovesse accadere che una delle Parti entrasse in complica-
             zioni belliche con un'altra o con altre Potenze, l'altra Parte contraente si porrà im-
             mediatamente come alleatll al suo [tanco e la sosterrà con ogni sua forza militare .
             per terra, per mare e per aria».  Nel commento, che telegrafava contemporanea- ·
             mente al progetto, Attolico scriveva: «Come si vede d.lla lettura del progetto, i ter-
             mini del trattato escono nettamente dall'ordinario e stllbiliscono un tipo di pattO pe1
             così dire totalitllrio,  ... Così, ad esempio, vengono abbandonate tutte le forum/e con-
             suete di «<lggressione non ptofJocatil» per arriflare ad una solidarietà talmente integrale
             da fare - ed a giusto titolo - ritenere che essa sia sono solo difensiva ma anche
             offensiva».  Osservato che una tale  impostazione «potrebbe sotto certi rigumli
             convenire», Attolico suggeriva che essa «trovasse un correttivo almeno nel titolo
             del trattato. che potrebbe forse essere chiamato «patto di difesa politico-militare
             itala-tedesco-.. Attolico, quindi, rivelava la profonda trasformazione subita dal-
             l'articolo J, ossia dalla terza ipotesi del casus foederis,  anche se il correttivo da
             lui suggerito può considerarsi assai tenue ed anzi irrilevante nella sostanza.
             Ma il problema che qui si pone non è il comportamento di Attolico - non bril-
             lante in verità in questa occasione - quanto piuttosto quello di. Ciano e di Mu~
             solini. Lesse il primo attentamente il testo del nuovo progetto e i commenti di
             Attolico? n testo certamente si, come è detto nel diario. Ne colse a pieno la novi-
             tà? n suo commento che il patto era «vera e  propria dinamite» dimostra poco.
             Alle iperboli erano portati sia lui che Ribbentrop, come lo stesso diario testimo-
             nia. E se si rese conto che .il vecchio progetto su cui si era discusso era. divenuto
             qualcosa di molto diverso, un patto totalitario, lo comunicò a Mussolini? Nem-
             meno questo si può affermare perché, come si è visto, questa parte del negoziato
             non ha più traccia scritta. I.: unica cosa certa è che tutto avvenne· per telefono,



          (16)  Ciano, Dituio  1919-1940,  cit., 6-7  magio 1939.
          (17)  lvi, 13  magio 1939.

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