Page 153 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  NON BELLIGERANZA E  I.:INTERVENTO
                                       DELI.:ITALIA







                                                                      GIANLUCA  ANDRÉ








                La mia esposizione non intende tracciare un quadro organico degli avvenimen-
           ti che si svolsero durante la non belligeranza dell'Italia, avvenimenti che sono larga-
           mente noti.  Mi limiterò ad esaminare alcuni momenti che si possono considerare
           cruciali per soffermàrmi poi su quegli aspetti sui quali esistono degli interrogativi
           che ancora oggi non sembra abbiano ricevuto una risposta convincente o che hanno
           dato luogo da parte della storiografia a interpretazioni diverse  ~e non addirittura
           contrastanti.
                E il primo interrogativo dinanzi al quale ci troviamo,  interrogativo di fondo
           perché condiziona  tutta l'impostazione di un'indagine,  concerne gli elementi che
           determinarono allora la politica estera italiana nella sua fase  decisionale.
                Scrivendo parecchi anni or sono sull'argomento,  davo  a questo interrogativo
           una risposta molto  netta:  durante la  non belligeranza,  fu  Mussolini  a dettare gli
           orientamenti della politica estera e a prendere le decisioni, anche le più cariche di
           conseguenze. L'unica volontà che contava era la sua, gli altri ebbero un ruolo margi-
           nale o meramente episodico.
                Molto tempo è passato da quando facevo questa affermazione cosl perentoria
           e da allora tante cose sono accadute.  Sono stati aperti gli archivi di quasi tutte le
            maggiori Potenze (e non soltanto quelli dei Ministeri degli Esteri), sono divenute
           disponibili le carte di molti protagonisti dell'epoca e questo nuovo materiale è stato
           esaminato criticamente e utilizzato da una storiografia spesso di notevole livello. Lo-
           gico, quindi, che certi giudizi debbano essere rivisti. Ma il giudizio di allora su que-
           sto punto specifico  mi  sembra restare valido nella sostanza:  anche riconsiderando
           le cose alla luce dei nuovi elementi di cui ora disponiamo, la volontà di Mussolini
           continua ad apparire come il fattore determinante ed è all'atteggiamento di Mussoli-
           ni che è necessario fare costante riferimento per spiegare il corso degli avvenimenti.
                Beninteso, il Regime fascista non era una dittatura, era un regime autoritario
           e quindi accanto alla struttura dominante esistevano altri centri di potere in grado,
           potenzialmente,  di esercitare un'influenza sugli  avvenimenti:  la Corona,  le  Forze
           Armate (i cui legami con la Corona erano tali da farle spesso considerare come un
           tutt'unico con essa), il Vaticano e la Chiesa cattolica, gli ambienti economici e fi-
           nanziari. E vi era anche un'opinione pubblica che naturalmente non poteVa far sen-

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