Page 159 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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solini (ce lo conferma la documentazione tedesca), le cose cambiavano di molto ma-
          no a mano che dal gruppo ristretto dei collaboratori più vicini dd Fiihrer, i soli a
          sapere come erano andate realmente le cose, si scendeva la scala della gerarchia fino
          allivello di opinione pubblica. Qui il risentimento verso l'alleato era forte e la paro-
          la tradimento affiorava con frequenza determinando uno stato d'animo che sembra-
          va aver cancellato di colpo il lavoro effettuato dai due regimi per avvicinare i popoli
          dell~sse.          ·
              A ciò faceva riscontro, da parte italiana, il risentimento delle alte sfere dirigen-
          ti, più largamente informate di quelle tedesche circa il modo in cui si erano svolti
          gli avvenimenti e quindi fortemente critiche nei confronti dell'alleato,  al punto da
          auspicare che fosse assunta una posizione chiaramente diversificata da quella della
          Germania in modo da recuperare una larga autonomia di decisioni. Quanto all'opi-
          nione pubblica, era evidente la sua ostilità verso la Germania, un'ostilità dettata dal
          timore di essere trascinati in una guerra nata da questioni completamente estranee
          agli interessi del popolo italiano.
               In questo quadro si inserivano alcuni motivi concreti di attrito che accresceva-
          no,  e  di parecchio, la gravità della crisi.
               In primo luogo, tornò alla ribalta la questione dell~to Adige, dove l'elemento
          tedesco cominciò ad agitarsi pericolosamente, mentre in loco circolava la voce che
          fosse  imminente una revisione del confine al Brennero «come risarcimento» per il
          mancato intervento dell'Italia.
               La questione sembrò risolta con l'accordo del 21  ottobre 1939 che prevedeva
          il rimpatrio entro tre mesi dei cittadini tedeschi abitanti in Alto Adige e il diritto
          degli altoatesini di scegliere entro il31 dicembre successivo tra la cittadinanza italia-
          na e quella germanica. In realtà, l'accordo risolse ben poco. ll Governo di Berlino
          esercitò fortissime pressioni sugli altoatesini perché optassero per la Germania in
          modo da dare all'opzione il significato di un plebiscito che confermasse il carattere
          tedesco dell~to Adige.  D'altra parte, secondo quanto stabilito nell'accordo, coloro
          che avevano optato per la Germania avevano il diritto di restare ancora per tre anni
          in Alto Adige con il risultato di costituire una massa tanto più pericolosa in quanto
          consapevole di essere ormai sottratta di fatto all'autorità dello Stato italiano.
               Tutto ciò diede luogo negli ultimi mesi del1939 a momenti di vera tensione
          tra Roma e Berlino -  lo stesso Mussolini ebbe dei fortissimi sfoghi antitedeschi
          -  e lasciò fra i dirigenti italiani uno strascico di risentimenti e di sospetti.
             ·  Riflessi di portata anche maggiore ebbe sui rapporti itala-tedeschi il patto di
          non aggressione concluso il 23  agosto  1939  tra Germania e  Unione Sovietica.
               L'Italia era stata tenuta praticamente all'oscuro dei negoziati che avevano por-
          tato a tale accordo, cosl come non venne informata dell'esistenza del protocollo se-
          greto con cui Mosca e Berlino avevano delimitato le rispettive sfere d'influenza nel-
          l'Europa orientale. Era apparso, però, subito probabile che qualche intesa del genere
          fosse stata conclusa e ciò alimentava le più vive preoccupazioni a Roma, dove ci si
          domandava se tale intesa non fosse lesiva degli interessi italiani nella Penisola balca-
          nica.  In passato,  Mussolini  aveva  sottolineato  più volte  ai suoi  collaboratori che
          un'alleanza con la Germania doveva essere preceduta da un accordo che delimitasse
          gli interessi dei due Paesi in quel settore, ma poi il problema non era stato mai af-
          frontato, probabilmente anche perché si aveva avuto l'impressione che ne sarebbero
          sorti ostacoli insormontabili sulla strada dell'alleanza.

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