Page 167 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dover affrontare la guerra su due fronti e conservare il controllo del Marocco
francese.
Durante questa prima fase non si ebbe dunque alcun segno che la Spagna in-
tendesse uscire dalla sua neutralità. Ma era una neutralità prevalentemente dettata
dalle circostanze e quindi una neutralità che poteva essere rimessa in discussione
qualora l'evoluzione generale del conflitto avesse lasciato prevedere una rapida vit-
toria dell~se e la possibilità anche per la Spagna di coglierne i frutti senza troppi
sacrifici.
Questa situazione di stasi mutò bruscamente con il crollo della Francia.
È in questo momento che si situa un episodio che sorprendentemente non è
stato abbastanza sottolineato dalla storiografia. Un episodio che non solo è storica-
mente di grande rilievo ma che è soprattutto importante per un giudizio motivato
dell'operato di Franco. Franco, al quale viene accreditata- e giustamente- una
grande abilità diplomatica per l'atteggiamento tenuto nel corso del conflitto, in
quell'occasione fece un errore estremamente grave, lo stesso errore in cui prima di
lui erano caduti Mussolini, Leopoldo del Belgio e Petain: ritenne che il conflitto
stesse per concludersi con la vittoria della Germania.
Come logica conseguenza, la Spagna passò immediatamente dalla neutralità al-
la non belligeranza (4) e il 19 giugno, due giorni dopo aver trasmesso a Roma e a
Berlino la richiesta di armistizio da parte della Francia, Franco offrì ai due Governi
dell~se di intervenire alloro fianco nella guerra contro la Gran Bretagna (5).
In effetti considerata dal punto di vista di Franco, la situazione presentava tut-
to un insieme di fattori che spingevano la Spagna verso l'intervento: primo, la rag-
giunta sicurezza dei confini con la Francia; secondo, - ed era un elemento decisivo
- la prospettiva di una guerra breve, la sola che la Spagna potesse permettersi; ter-
zo, la possibilità di ricevere attraverso la Francià occupata i rifornimenti militari e
alimentari di cui la Spagna aveva· assoluta necessità per poter intervenire nel conflit-
to; quarto, la certezza che la Francia non avrebbe continuato a combattere dall'Im-
pero J>er cui poteva considerarsi cessata la minaccia di un attacco al Marocco spa-
gnolo; quinto, la possibilità di assicurarsi con pochi sacrifici grossi vantaggi territo-
riali per cui il regime ne sarebbe uscito rafforzato, potendosi giovare delle vaste ri-
percussioni che avrebbe avuto sull'opinione pubblica un succes.so internazionale di
quella portata; da ultimo, l'opportunità di affermare i diritti spagnoli sul Marocco
prima che una delle potenze dell~se si sostituisse alla Francia in quella zona (6).
Ora, la gravità del passo compiuto il 19 giugno non appare affatto diminuita
né da queste circostanze né dal fatto che per l'intervento nella guerra il Gaverno
spagnolo ponesse delle condizioni e cioè la consegna di armi pesanti e di riforni~
menti alimentari, la collaborazione tedesca per la difesa delle Canarie e l'assicura-
zione che al termine del conflitto sarebbero stati riconosciuti alla Spagna alcuni
(4) n testo del relativo decreto è in [Relazioni Internazionali], 1940, fase. 25, p. 869.
(5) Promemoria von Weizsiicker de 19 giugno 1940, in Documents on German Foreign Policy
1918-1945 ftom the Archives of the Gemian Foreign Ministry, Londra, Her Majesty's Stationary
Office, 1949 e segg. (d'ora in poi citato DGFP), Serie D, vol. IX, d. 488, dove è riportato il
testo dd memorandUm spagnolo.
(6) In questo senso si vedano le dichiarazioni dd ministro degli esteri Beigbeder all'ambasciatore
francese La Baume del 21 giungo 1940 riportate in F. Charles-Roux, Cinq mais tragiques aux Af-
/aites Etrangms, Parigi, 1949, pp. ~24-225.
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