Page 170 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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no i due porti marocchini di Agadir e Mogador con un adeguato hinterland. E per
di più pretendevano la cessione di una delle Isole Canarie (vale a dire di una parte
del territorio metropolitano spagnolo) e della Guinea spagnola con l'Isola di Fer-
nando Po.
A quel punto, a moderare gli intenti bellicosi del governo falangista non c'era
più soltanto la prospettiva di una guerra lunga. C'era la constatazione che quegli
obiettivi perseguiti dal regime, anche per giustificare l'intervento di fronte all'opi-
nione pubblica, difficilmente potevano essere conciliati con gli interessi tedeschi.
E c'era anche di più. C'era l'allarmante ritorno dei dirigenti nazisti a quella politica
di penetrazione in Spagna contro la quale Franco aveva già dovuto lottare per tutto
il corso della guerra civile e alla quale aveva in parte dovuto cedere alla fine del
1938, quando l'aiuto tedesco era apparso indispènsabile per infliggere il colpo deci-
sivo ai governativi. ·
A tutto questo si aggiungeva poi l'atteggiamento di freddezza di Mussolini-
che Serrano Suiier aveva potuto rilevare durante la sua breve visita a Roma del pri-
mo ottobre - rispetto alle rivendicazioni spagnole, nonché l'eccessiva prudenza
manifestata dagli italiani circa il momento più opportuno per l'intervento della Spa-
gna (18). Intervento da stabilirsi, sempre secondo Mussolini, nel quadro non già di
un accordo a due tra Germania e Spagna, ma di un'alleanza tripartita (19). Il che
fece temere agli spagnoli che anche gli italiani potessero avanzare pretese sul Maroc-
co francese e persino tentare di reiùizzare il sogno fascista di stabilire basi nelle
Baleari.
Sul finire del settembre, in questo quadro già così segnato dalla enorme diffi-
coltà di conciliare interessi tanto contrastanti, le vicende del conflitto portarono in
primo piano un altro fattore, destinato a incidere profondamente sull'evoluzione
delle trattative in quanto toccava direttamente la posizione della Spagna: l'interesse
di Hitler per un accordo con il Governo di Vichy.
Come emerge in tutta evidenza dal colloquio che Hitler ebbe con Mussolini
il4 ottobre al Brennero, l'interesse dei tedeschi per la collaborazione con la Francia
assunse un'importanza determinante dopo il fallito sbarco delle forze gaulliste a Da-
kar, che dimostrava la volontà e la capacità dei francesi di difendere le proprie posi-
zioni imperiàli (20). Al punto che Hitler, se posto di fronte a una scelta, avrebbe
dato senz'altro la sua preferenza ai francesi per le garanzie che essi sembravano of-
frire per la difesa dei territori del Nord Africa e perché dubitava che gli spagnoli,
una volta entrati in Marocco, sarebbero stati in grado di opporsi con altrettanta effi-
cacia alle iniziative della Gran Bretagna e dei gaullisti (21).
(18) La prudenza di Mussolini fu tale da suscitare in Serrano Suiier la precisa sensazione che secondo
gli italiani la Spagna dovesse addirittura astenersi dal partecipare al conflitto (R. Serrano Suiier,
EIIIM ks Pymnes et Gilmlllllt cit., pp. 172-174). .
(19) Per n verbale italiano del colloquio Serrano Suiier si veda in DDI, Serie IX, volume V, d. 660.
(20) Fmo a quel momento ad agire era stato soprattutto n timore che i francesi potessero venire a
conoSc:enza di un aè:cordo che avesse assegnato n Marocco alla Spagna e potessero esserne spinti
nelle braccia della Gran Bretapa (cfr. F. Halder, Dillrio, ediz. mimeografata a cura dell' «lnfantry
Journal», 1950, alla data del 15 ottobre 1940, e P. Schmidt, Da Vmaglia a Norimbetga, Roma,
1951, p. 467). .
(21) Per n contenuto di questo colloquio si veda in DGFP, Serie D, vol. XI, d. 149 e DDI, Serie
IX, vol. V, d. 677. ·
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