Page 196 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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tuazione come stabilizzata, essendo il problema greco, così come il problema iugoslavo,
uno di quei problemi che verranno risolti al tavolo della pace, volenti e no/enti gli inte-
ressati'» (3).
In quella sede tutta l'attenzione si concentrò, in sostanza, sul Nordafrica fran-
cese (movimenti degaullisti), su Gibilterra (possibile azione ispano-tedesca), sulla
Corsica e Biserta (occupazione italiana per pervenire una qualche iniziativa britan-
nica) e sulla ripresa offensiva del maresciallo Graziani in Africa settentrionale. Con-
seguentemente, il4 ottobre lo Stato Maggiore dell'Esercito trasmise al gen. Visconti
Prasca, comandante delle truppe d ~lbania, la formale disposizione del Comando
Supremo che l'attuazione dell'Esigenza G fosse «per il momento rinviata» e che le
truppe d~bania assumessero una dislocazione idonea ad affrontare la imminente
stagione invernale, pur tenendosi in misura di poter, all'occorrenza, prendere lo
schieramento previsto (4). Da quel giorno sino al U ottobre il Comando Supremo
praticamente si disinteressò della situazione politico-militare in Balcania, limitan-
dosi a registrare notizie circa richiami alle armi di riservisti in Grecia e loro afflusso
alla frontiera bulgara (5).
Il U ottobre ebbe luogo l'impennata di Mussolini. Saputo dell'ingresso di una
forte missione militare tedesca in Romania per garantire la sicurezza dei pozzi di
petrolio di Ploesti, si era offeso per non essere stato preavvisato dal Fiihrer nell'in-
contro di otto giorni prima al Brennero: «Hitler mi mette sempre di fronte al fatto
compiuto - esplose con Ciano .....:.... Questa volta lo pago della stessa moneta: saprà
dai giornali che ho occupato la Grecia. Così l'equilibrio verrà ristabilito». Ciano gli
chiese se fosse già d'accordo con Badoglio: «Non ancora - rispose Mussolini -
ma dò le dimissioni da italiano se qualcuno trova delle difficoltà per battersi coi greci».
E Ciano annotò: «ormai il Duce sembra deciso ad agire. In realtà, credo l'operazione
utile e facile» (6).
Che la decisione derivasse da un impulso d'ira sembra normalmente accettato,
ma a condizione di considerare quella notizia in sé come causa occasionale. Sin dal~
la metà di settembre, infatti, si sape\ra che Sofia aveva chiesto a Berlino collabora-
zione militare per la riorganizzazione del suo esercito (7) e da tale epoca il nostro
ambasciatore Chigi aveva trasmesso con continuità notizie sull'argomento. Il lO ot-
tobre l~basciatore tedesco a Roma comunicò in via ufficiale quello che Ribbern-
(3) U.S.S.M.E., Verbali delle riunioni tenute dal Capo di Stato Maggiore Generale, Roma 1983, vol.
1, p. 80. Ciò non toglie che proprio il25 settembre Ciano abbia confidato • monsignor Borgongi·
ni Duca, nunzio apostolico presso il Quirinale, che cprossimamente ma non subito» l'Italia avreb·
be occupato l'intera Grecia perché «è gente di cui non ci possiamo fidare in nessuna maniera,
e mantengono un atteggiamento schifoso (scusi la parola)» (Actes et àocuments àu Saint Siège rela-
li/s à la seconde guerre mondiale, vol. IV, n. 87, p. 162.
(4) DSCS, vol. Il, tomo I, p. 174. .
(5) Ibidem, giorni 7, 9 e 10 ottobre.
(6) GaleaZzo Ciano, Diario 1917-1941, Rizzoli, Milano 1980, p. 470.
(7) Documenti diplomatici italiani (DDn, serie IX, vol. V, telegrammi di Ghigi del15 settembre (doc.
n. 590, p. 576) e del 16 settembre (doc. n. 596, p. 579). Il 18 settembre Ghigi aveva informato
che secondo gli accordi fra Antonescu ed il gen. von Tippelskirch, giunto a Bucarest il 15, la
missione militare tedesca sembrava dover raggiungere i U.OOO uomini. Era previsto il consenso
di Hider e cin questo caso truppe tedesche arriveranno al massimo entro due settimane e zona
petrolifera rumena sarà quindi presto praticamente presidiata da truppe tedesche» (D DI, doc. n.
603, p. 588).
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