Page 200 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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D giorno dopo, martedl 15  ottobre, ebbe luogo la storica fatale riunione.  Pre-
               senti, oltre Mussolini: Badoglio, Soddu (Sottosegretario per la Guerra), Ciano, Ja-
               comoni e VISconti Prasca.  Chiamato a riunione iniziata, Roatta.  Non convocati: i
               Capi di S.  M. della Marina, Cavagnari, e dellhronautica, Pricolo, e nemmeno il
               Capo del SIM, Amé. Tutti i presenti, tranne Badoglio e Roatta, erano fervidi fauto-
               ri della guerra. Tutti gli assenti, contrari. A rileggere il verbale si prova un'impres-
               sione innegabilmente'penosa. Mussolini esordl enunciando lo scopo della convoca-
               zione: «definire le modalità dell'azione - nel suo carattere generale - che ha deciso
               di iniziare contro la  Grecia» . .Anche .la data aveva  stabilito: il 26 ottobre,  limite di
               tempo che non poteva essere superato nemmeno di un'ora! Poi chiarila pozione de-
               gli Stati balcanici interessati.  «La  Iugoslavia  - disse  - ha  tutto  l'interesse a stare
               tranquilla,  come del resto appare anche da pubbliche dichiarazioni di  organi ufficiali
               ( ... ) Complicazioni di carattere turco  le escludo,  specialmente da quando  la  germania
               si è impiantata in Romania e da quando la Bulgaria si è rafforzata.  Questa può costitui-
               re una pedina nel nostro gioco, ed io farò i passi necessari perché non perda questa occa-
               sione unica per il raggiungimento de/el sue aspirazioni sulla macedonia e sullo sbocco
               al mare»  (23).
                   Jacomoni espose «la situazione della Grecia vista dall'Albania» a tinte favorevo-
               li. Non trovò contrasto perché mancò chi presentasse apertis verbis la situazione elle-
               nica «Vista dalla Grecia».  Parlò di" un'opinione pubblica «ostentatamente noncurante»
               anche se adesso i Greci «appaiono decisi ad opporsi alla nostra azione»; in compenso,
               lo stato d'animo della popolazione «appare molto profondamente depresso».  Ciano si
               premqrò di assicurare che tranne la «piccolissima classe molto ricca» dirigente,  l'in-
               terno Paese era «indifferente a tutti gli avvenimenti, compreso quello della nostra inva-
               sion~. Per la verità, Ciano sapeva benissimo come stessero le cose dall'altra parte
               della barricata perché Grazzi l'aveva sempre informato esplicitamente. Il 3 ottobre,
               in un lungo telegramma, gli aveva comunicato che,  secondo chiari sintomi, «il Go-
               verno di Metax/Js tenterà di respingere ogni tentativo di invasione e che non sarà possibile
               ottenere da esso,  senza l'uso della forza,  cessioni territoriali,  consenso all'occupazione
               di zone o punti strategici e nemmeno atti concreti di adesione della  Grecia all'Asse».
               Ed inoltre che,  sulla base di «rinnovare assicurazioni di appoggio da  parte inglese e
               probabilmente anche turca· nel caso di un nostro attacco da soli o in unione aÌla Bulga-
               ria», Metaxas, sorretto dall'unanimità dei consensi, si era posto nelle condizioni di
               non poter più cambiare l'atteggiamento di recisa opposizione ad un'iniziativa italia-
               na (24).
                   Senza soffermarci su un esame critico e dettagliato .della riunione, diremo in
               sintesi che Visconti Prasca manifestò assoluta fiducia nel suo pjano per l'E piro. Ba-
               doglio convalidò  tale fiducia ed allargò  il  problema strategico all'intera  Grecia,  e
               Roatta sostanzialmente annul alla programmazione di un «secondo tempo», cioè alla
               successiva marcia su Atene. •In definitiva:  l  0  tempo con l'occupazione di Corfù e
               dell'Epiro sino al Golfo di Arta (Emergenza G), giudicata da Visconti Prasca realiz-
               zabile in  10-15  giorni;  2°  tempo  con  la prosecuzione  dell'offensiva,  non appena


               (23)  DSCS, vol.  Il, tomo  II;· pp.  88-96.
               (24)  DDI, doc.  n.  667,  pp.  643-644.
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