Page 199 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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naturalmente sino a quando le cose non si misero male.  Per l'intera estate dd 1940
         aveva smosso le acque attivando direttamente Jacomoni ed il generale Visconti Pra-
         sca, che il 2 giugno aveva sostituito nel comando delle truppe il generale Geloso,
         constatato da Ciano poco malleabile. Finalmente, in ottobre, il concretarsi degli in-
         teressi balcanici-tedeschi gli fornl un ottimo spunto per spronare il già irritato ed
         offeso Mussolini ad occupare l'E piro: <<ln realtà, credo l'operazione utile e facile» ave-
         va commehtato, come sappiamo, in tono competente. Anfuso spiegò: «Ciano, ancora
         sotto l'impressione del suo successo albanese del1939, ravvisa in una spedizione contro
         la Grecia la ripetizione di quella impresa considerata atta a controbilanciare l'influenza
         gennanica, che comincia ad essere preponderante in tutte le capitali dell'Europa orienta-
         le.  La Campagna greca dovrebbe essere decisa in senso anti-gennanico: rappresentare la
         rivincita  di Salisburgo»  (20).
              L'ordine di Mussolini di-far iniziare le ostilità il giorno 26 sembra-sia stato ac-
         colto da Badoglio in una sorta di passiva obbedienza. Il mattino del14 ottobre Ba-
         doglio e Roatta, Sottocapo di_ S.  M. dell'Esercito (Capo di S.  M. era il maresciallo
         Graziani, totalmente impegnato in Libia come Comandante Superiore) furono con-
         vocati a Palazzo Venezia.  Il colloquio non fu lungo né drammatico.  Mussolini di-
         chiarò subito la necessità di occupare tutta la Grecia, visto l'at~ggiamento eccessi-
         vamente favorevole  di quest'ultima verso la  Gran Bretagna.  All'obiezione che gli
         studi operativi concernevano soltanto l'invasione dell'Epiro e di Corfù, domandò
         quali forze  si reputassero occorrenti e quanto tempo fosse necessario per la messa
         a punto della macchina bellica.
              La risposta di Roatta, alla quale si associò Badoglio, fu pronta perché si riferì
         al vecchio progetto Guzzoni-Pariani del1939: venti divisioni e tre mesi per racco-
         gliere le truppe a piè d'opera. Mussolini assenti e disse di preparare un piano in tal
         senso (21).  Il generale Armellini, addetto al Comando Supremo, evidentemente in-
         formato «a caldo» dal maresciallo,  scrisse nel suo diario qualcosa cui né Badoglio
         né Roatta hanno stranamente conferito il dowto rilievo  nei loro ricordi:   ·
         «Stamani alle 11  il Maresciallo ha riparlato al Duce della questione della Grecia.  Non
         si  tratta dell'Epiro,  ma di tutta  la  Grecia.  Di conseguenza niente più  Corsica,  niente
         più Biserta, ma occupazione integrale della Grecia per la quale camminerebbe al nostro
         fianco  la Bulgaria.  Il Maresciallo,  alla esposizione di questo programma,  ha ricowlaio
         al Duce che gli studi finora compiuti - sulla base di 9 divisioni - si limitavano alla
         occupazione dell'Epiro,  sfruttando moti irredentisti a favore dell'Albania e che un pro-
         getto più vasto richiede - avendo il concorso della Bulgaria - almeno 20 divisioni.
         Il Duce ha disposto che lo Stato Maggiore faccia  un nuovo studio - con dieci giomi
         di tempo! - dopo di che deciderà se dare, in primo tempo, corso alla prevista operazione
         a raggio limitato per poi ~ perfezionando la preparazione e facendo nel frattempo af-
         fluire nuove truppe - dare corso alle operazioni più vaste di secondo tempo,  oppure
         sia meglio attendere il completamento della preparazione e fare tutta una cosa, abbinan-
         do  i due tempi»  (22).


         (20)  F. Anfuso, Roma, Berlino. Salò, Garzanti, Milano 1950,-p. 163. Al termine della Campagna, rien-
             trato a Roma d• un viaggio in Grecia per le trattative di resa, Anfuso riferl al Ministro, poi cguar-
             clai Ciano tranquillamente silenzioso, che della Campagna di Grecia era stato l'inventore e che'
             adesso aveva l'aria di sorbirsi la lettura di un capitolo di Senofonte: di una vicenda che non lo
             riguardava,  vicenda antica,  noiosa ed oscul'a» (op.  cit.,  p.  222).   ·
         (21)  DSCS, vol.  II, tomo l, p.  229; P.  Badoglio,  L'Italia nel/4 seconda gum. mondiak,  Mondadori,
             Milano 1946, p. 51; M. Roatta, Otto milioni Ji baionette, Mondadori, Milano 1946, pp.  121-122.
         (22)  Q.  ArmeUini,  Diario Ji gum.,  Garzanti,  Milano  1946,  p.  113.
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