Page 241 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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«Una delle forze maggiori dell'Arma Aerea pare stia appunto nella sua facol-
                tà di paralizzare la vita economica dell'avvenano.  Perciò è sbagliato consi-
               derare l'aeroplano come una delle armi o addirittura l'arma per eccellenza
               della strategia di distruzione.  Al contrario,  l'aeroplano è proprio l'arma per
               eccellenza della strategia di esaurimento. L'unico che veramente abbia visto
               bene questo fatto  è il Biiumker.  La guerra  diretta  contro  la  produzione e
               contro la popolazione civile del nemico non ha per mira la distruzione,  ma
               l'esaurimento dell'avvenano. Il grande errore di Douhet era appunto il posto
               strategicamente sbagliato che egli assegnava all'Arma Aerea.  Per poter avere
               un'azione decisiva  l'Arma Aerea dovrebbe avere uno sviluppo che,  almeno
               nel periodo di pace precedente alla guen-a,  essa non potrà raggiungere mai.
               Perciò è possibile un'azione decisiva solo quando l'arma aerea possegga ef-
               fettivi molto potenti e possa vincere l'azione antiaerea. !Aa anche allora que-
               st'azione decisiva non. è punto facile,  giacché il tentativo d'impaurire la po-
               polazione civile non  è nuovo  nella  storia»  (50).

               Se cosl è,  nella campagna di Grecia si doveva tenere conto della scarsità delle
          forze  terrestri,  della  sempre  possibile  resistenza  nemica,  dell'esiguità  delle  stesse
          forze  aeree,  che non consentiva efficaci interventi a massa nel campo strategico, e
          infine della scarsa consistenza e densità delle infrastrutture industriali e delle comu-
          nicazioni nemiche, che rendeva non facile la ricerca di obiettivi strategici realmente
          paganti. E poiché si doveva ricercare una decisione in tempi ristretti, l'impiego del-
          l' Aviazione non poteva essere chè «contro forze», in settori ristretti e contro obiet-
          tivi che avessero riflessi diretti e immediati sull'efficienza delle forze militari avver-
          sarie, a prescindere dal significato sempre incerto da attribuire a «tattico» o «strate-
          gico» e prendendo invece come unico metro di giudizio l'effettiva possibilità di neu-
          tralizzare efficacemente gli obiettivi stessi e gli effettivi riflessi della neutralizzazio-
          ne: solo procedendo in tal senso gli obiettivi da battere si sarebbero· di molto ridotti
          e l'aviazione avrebbe potuto dare,  senza inutili dogmatismi teorici,  il meglio.
               Anche la sconfitta in Africa settentrionale nel dicembre-gennaio 1941, dove af-
          fiancata alle truppe di Graziani opera la 5 8  Squadra Aerea al comando del generale
          Porro,  non fornisce  spunti nuovi:  scarsa intesa,  lamentele e accuse  reciproche dei
          due comandanti (51), carenze infrastrutturali e impiego improprio dei reparti aerei,
          elevato numero di aerei inefficienti o distrutti a terra, eccezionale sviluppo dei tra-
          sporti per via aerea che già avevano ricevuto notevole impulso in Grecia (52), e ai


          (50)  S.  TH.  Possony,  L'economia nella guerra  totale,  Torino,  Einaudi,  1937,  pp.  126-127.
          (51)  Per la parte aeronautica Cfr. specialmente G. Santoro, Op. cit., pp. 299-448 e F. Porro, L'Aviazio-
              ne nella guerra di Libia,  Roma, Associaz. Cultur. Aeron.,  1948. Per la parte terrestre Cfr. soprat-
              tutto R. Graziani, Africa Settentrionale 1940-1941, Roma, Danesi, 1948, pp. 53, 63, 91,141,  155,
              163-166, 172,  180-182, 186, 192-198, 200, 225, 235-236, 270-271, 293. La polemica di Graziani
              più che contro il comandante della 5 •  Squadra, generale Porro, è rivolta al generale Pricolo e
              al successore del Porro. Quest'ultimo - egli afferma- è stato esonerato dal Pricolo perché trop-
              po accondiscendente  alle  sue richieste.
          (52)  Secondo ~ati forniti dal Santoro, dal  15  ottobre 1940 al 31  marzo 1941  sono aerotrasportati in
              Albania (con il concorso di un gruppo trasporti tedesco) ben 48126 uomirii e 5413 tonnellate di
              materiali,  e sono lanciate con aerei da bombardamento 250 tonnellate di aerorifornimenti.  In
              Africa settentrionale, dall'Il giugno 1940 al 6 febbraio 1941 sono aerotrasportati 584 t di mate-
              riali e 3090 uomini (G. Santoro, Op. cit., p. 229 e 385); la maggior parte dei trasporti aerei avvie-
              ne però nel  1942 e  1943.

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