Page 242 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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quali Mussolini (secondo Graziani mal consigliato da Pricolo) vorrebbe addirittura
affidare il compito di sostituire gli autocarri per i trasporti logistici di Intendenza,
che mancano. Niente di riuovo nemmeno nell'attacco di sorpresa a Genova da parte
delle corazzate inglesi, che poi riescono a sganciarsi senza danno nonostante la pre-
senza di una potente flotta italiana in posizione molto favorevole per intercettarle,
e nonostante che Superaereo abbia subito allarmato le Forze Aeree del Nord Italia.
Ancora una volta, ritardi e imprecisioni nell'inoltro delle comunicazioni, scarsa effi-
cacia della ricognizione, incomprensioni tra Comandi, esitazioni e scarsa iniziativa
dei Comandi di Aeronautica periferici, duramente richiamati da Pricolo (53).
Errare humanum est, sed perseverare ... Queste poco felici esperienze operative
iniziate nel 1941-1942 avrebbero dovuto almeno spingere a un deciso, rapido e reali-
stico cambiamento di rotta nei rapporti tra Forze Armate, ma i meritori tentativi
del maresciallo Cavallero (succeduto a Badoglio nella carica di Capo Stato Maggiore
Generale il 6 dicembre 1940) di imporre alle tre Forze Armate, fin dai primi giorni
dell'assunzione effettiva del suo nuovo incarico, una strategia unitaria e anche una
politica delle costruzioni in armonia con le esigenze della guerra del Mediterraneo,
danno modesti risultati (54).
In campo terrestre, solo con la Circolare n. 18000 Impiego delle Grandi Unità
corazzate (norme provvisorie) del 18 agosto 1941, la dottrina ufficiale prende atto del-
l'importanza del fattore aereo e afferma (para. 36) che la cooperazione con l' Avia-
zione «deve essere il più possibile costante e aderente, soprattutto nelle fasi prelimi-
nari dell'azione e nello sfruttamento dell successo», richiamando anche l'attenzione
(para. 74) sull'importanza dei collegamenti per l'aerocooperazione.
In campo navale, Io Stato Maggiore Aeronautica in data 15 marzo 1941 emana
la Circolare 1B/5340 «collaborazione con la Regia Marina». La circolare- va nota-
to - non parla di cooperazione ma più restrittivaniente di collaborazione, accenna
a nuove norme.di riconoscimento emanate in data 15 febbraio 1941, proibisce agli
aerei - evidente il ricordo di Punta Stilo - di avv.icinarsi alle unità nazionali o
di sorvolarle, indica la corrispondenza tra Comandi di Aeronautica e Comandi na-
vali per la trasmissione dei segnali di scoperta.
La reciproca autonomia non viene certo intaccata: l'innovazione più importan-
te rimane il distacco di un ufficiale superiore di Marina presso i Comandi di Grande
Unità aerea, con il compito di fornire agli stessi Comandi informazioni sulla dislo-
cazione e attività operativa delle forze navali e informare queste ultime sulle attività
aeree, curare i collegamenti ecc... Ma sul vitale problema dei collegamenti diretti
tra Comandi navali e aerei, che deve essere risolto per eliminare i ritardi e attuare
una vera cooperazione, la circolare (para. 7) conserva il laborioso sistema di cifratura
in uso e rimanda a un imprecisato futuro più incisivi provvedimenti:
«lo scambio di notizie e chiarimenti fra i predetti Comandi risulterà necessa-
riamente assai intenso, e particolari accortezze [quali? bisognerebbe indi-
carie- N.d.R.] dovranno essere concordate per superare eventuali difficol-
tà nelle comunicazioni che devono essere effettuate via filo (telefoni e tele-
(53) F. Mattesini, Il bombardamento di Genova de/9 febbraio 1941, «Bollettino d~rchivio dell'Ufficio
Storico Marina Militare• n. 6/1990.
(54) Cfr. V. Cavallero, Diario 1940-1943 (a cura di G. Bucciante), Roma, Ciarrapico, 1984.
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