Page 248 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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templavano sulla carta gli stessi scenari e le medesime contrapposizioni di alleanze
(2).
Probabilmente tale riduzione di obiettivi venne determinata da una più reali-
stica valutazione dell'efficienza della Regia Marina, che pure è stata sempre definita
la più agguerrita e preparata delle nostre Forze Armate, nonostante le note manche-
volezze in campo tecnologico e in quello della cooperazione aeronavale (3).
È indubbio comunque che, pur considerando le deficienze nell'attrezzatura
bellica della Marina italiana - molte della quali del resto comuni anche ad altre
Marine (vedasi per la mancanza di portaerei la Marina tedesca e per la mancanza
di radar quella giapponese) - essa abbia visto migliorate di molto le proprie condi-
zioni di relatività nel Mediterraneo, dopo il repentino crollo della Francia nella se-
conda metà del giugno 1940. Malgrado ciò, Supermarina mantenne una strategia
difensiva e l'invasione di Malta, considerata indispensabile dal «Documento di
Guerra» D.G. 10/A2 del novembre 1938, venne accantonata, nonostante l'isola fos-
se protetta inizialmente solo da quattro vecchi caccia biplani «Gloster Gladiator»,
ridotti subito dopo a tre ( 4).
Il rapporto delle forze navali nel Mediterraneo all'apertura delle ostilità era il
seguente (5):
Italia Gran Bretagna Francia
N avi da battaglia 4 5 5
Portaerei - 2 -
Incrociatori pesanti 7 - 7
Incrociatori leggeri 12 10 7
Cacciatorpediniere 53 35 41
Torpediniere e Avvisi 71 - 16
Sommergibili 115 12 42
Totali 262 64 118
Come è noto, per tutto il 1940 le Forze Armate del Regno scelsero di fare a
meno dell'appoggio germanico in uomini e materiali, pur non astenendosi dall'in-
(2) Archivio Ufficio Storico Marina Militare (d'ora in poi A.U.S.M.M.), fondo «Documenti di Guer-
ra (D.G.),., cartella 29: D.G. 10/A2, edizione novembre 1938; fondo «Direttive Navàli (Di. N a.)»,
cartella 1: Direttive Di .. Na. n. 1 per le forze navali, edizione 26 settembre 1938, edizione 19 agosto
1939 ed edizione 29 maggio 1940; stesso fondo e stessa cartella: Di.Na. Zero- Concetti generali
di azione in Mediterraneo nell'ipotesi di conflitto Alfa Uno, 29 maggio 1940.
(3) Cfr. A. Santoni: Da Lissa alla Falleland: storia e politica navale dell'età contemporanea, Milano,
Mursia, 1987, pagg. 161-170.
(4) Cfr. M. Gabriele: Operazione CJ: Malt4, Ufficio Storico della Marina Militare; 2• edizione, Ro-
ma 1990, pag. 14 e pagg. 222-224. I tre caccia inglesi di Malta furono soprannominati, con tipico
umorismo britannico, «Fede», «Speranza» e «Carità». Cfr. K. Poolman: Faith, Hope and Charity.
Three planes against an Air Force, Londra 1954, pagg. 76-78 e P. Shankland- A. Hunter: Malta
convoy, Lon~ 1961, pag. 38.
(5) Ufficio Storico della Marina Militare: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, vol. IV:
Le azioni navali dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941, Roma, 1976, pag. 71.
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