Page 253 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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che per tutto il 1940 fu l'unica unità della Mediterranean Fleet ad essere dotata di
radar, seppure sperimentale (22).
Intanto si faceva sempre più evidente non solo la differenza di rendimento ope-
rativo tra le Forze Armate tedesche e quelle italiane, ma l'inasprirsi dell'indignazio-
ne di Mussolini nei confronti dell'efficiente e ormai anche sprezzante alleato. L'im-
provviso accordo militare tedesco-rumeno dette, come è noto, al Duce l'occasione
per predisporre una «vendetta»: un attacco di sorpresa al di là dei confini albanesi
che avrebbe dovuto <<Spezzare le reni alla Grecia». Cosl il 12 ottobre 1940 Mussolini
ebbe a dire al genero Ciano: «Hitler mi mette sempre di fronte al /atto compiuto. Que-
sta volta lo pago della stessa moneta: saprà dai giornali che ho occupato la Grecià. Così
l'equilibrio verrà ristabilito» (23).
In verità questa «vendetta», scattata il28 ottobre, condusse l'Italia a collezio-
nare un altro discredito militare, a distrarre le sue non floride risorse verso un nuovo
fronte e ad allontanare le prospettive di una guerra breve, sulla quale Palazzo Vene-
zia aveva originariamente puntato tutte le sue carte. Con siffatto comportamento
il Governo di Roma perse conseguentemente ogni diritto di dolersi per il cosiddetto
imprevisto prolungamento del conflitto, che solo lui, primo fra tutti i belligeranti, ave-
va voluto allargare nel tempo e nello spazio.
Le sconfitte sublte al di là e al di qua del confine greco-albanese dall'Esercito
italiano furono replicate di Il a poco in Libia dove, a partire dal dicembre 1940, scat-
tò la travolgente controffensiva del generale Wawell, i cui ri: .Jltati stupirono gli stes-
si inglesi (2 4).
Tra le gravi delusioni in Grecia e quelle in Libia, s'inserl un altro duro colpo,
questa volta navale. Infatti, l'arrivo ad Alessandria d'E~itto della moderna portaerei
Illustrious, al termine dell'accennata e incontrastata operazione «HATS», permise
alla Mediterranean Fleet dell'ammiraglio Cunningham di eseguire un ambizioso ed
antico piano d'attacco contro la flotta italiana dentro la sua base più importante,
Taranto (25).
La"Mediterranean Fleet salpò il6 novembre non solo per compiere questa incur-
sione, ma per eseguire un più vasto piano operativo, che la vide scortare convogli
per Malta e per la Grecia aggredita,. congiungersi ad una forza navale proveniente
da Gibilterra e, cosl rinforzata, proteggere la navigazione di un convoglio di ritorno
da Malta. Questi ampi movimenti non potevano sfuggire alla ricognizione aerea ita-
liana; ma Supermarina, dopo aver avvertito la flotta di tenersi pronta a salpare, non
stimò opportuno rischiare un'uscita in mare senza avere notizie più precise sul
nemico.
La nostra flotta fu, pertanto, sorpresa in porto dalla decisiva manovra dell'Illu-
strious che, distaccatasi con quattro incrociatori e altrettanti cacciatorpediniere dal
grosso della Mediterranean Fleet, nel pomeriggio dell'll novembre, diresse in tutta
(22) P.R.O., fondo ADM 199, cartella 387: Mediterranean St4tion: W&r Diaries, September-December
1940 e cartella 797: Rapporto del Comtlndo in Capo della Mediterranean F/eet n. 214/00212/11 del
7 aprile 1941.
(23) G. Ciano: Diario 19)7-194), op. cit., pag. 470.
(24) Per i particolari più nascosti di questo rovescio cfr. F. Bandini: Gli if4liani in Africa, Milano,
Mondadori, 1980, pag. 396.
_(25) P.R.O., fondo ADM 199, cartella 797: Rapporto del Cot114ndo in Capo della «M.editerra~ean F/eet»
n. 0357/00212/14 del J marzo 1941.
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