Page 258 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 258

alleate.  Nemmeno durante la campagna etiopica.  D'altra parte, davanti allo sfascio
             della Francia e con la Marina britannica pesantemente impegnata nel Mar del Nord
             e nell~tlantico, Mussolini poteva avere anche ragione di attendersi che la Regia Ma-
             rina, preparata per anni da affrontare la Francia, quindi a battersi contro un solo
             avversario mediterraneo se pur con qualche alleato minore, fosse pronta ad affronta-
             re la prevista situazione, con la sola differenza che invece di trovarsi davanti la flotta
             francese  se la sarebbe dovuta vedere con quella britannica,  peraltro inferiore  nel
             Mediterraneo.           ·
                 !:idea del Duce era stata sempre confortata dalle assicurazioni dell'ammiraglio
             Cavagnari, Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Marina, nonché da quel-
             le del maresciallo Badoglio, Capo di Stato Maggiore Generale, per il quale «Solo la
             Marina aveva una valida preparazione». Tutti dimenticavano, fra l'altro, che la Regia
             Marina,  al di là dell'amaro episodio di Lissa nel  1866 e della circoscritta attività
             adriatica nel  1915-18,  era priva di una qualsiasi esperienza nella condotta di una
             guerra marittima globale.
                 Nessuno si fece carico di porre in luce, non solo alcune deficienze quantitative
             della Marina,  ma soprattutto niente fu  detto,  e,  ancor peggio,  niente fu  fatto  per
             ovviare alle lacune qualitative che, pur essendo in buona parte note, non provocaro-
             no una qualche decisa iniziativa di revisione e di recupero di efficacia.
                 Nove giorni dopo l'emissione delle direttive di guerra, il 9 aprile, si riunirono
             i capi militari. Badoglio cercò di ridimensionare la direttiva offensiva per la Marina
             interpretandola «nel senso di non gettarsi a testa bassa contro le /lotte inglese e francese,
             ma di assumere una dislocazione,  soprattutto con i sommergibili,  atta  a intralciare il
             traffico  degli  avversari»;  Cavagnari,  riferendosi  allo  schieramento  navale  anglo-
             francese, seppe dire che saremmo stati asfissiati dentro il Mediterraneo; il capo del-
             l~ronautica, Pricolo, giudicò che Mussolini si faceva troppe illusioni sulle offensi-
             ve  aeronavali le cui possibilità erano pochissime.
                 Tuttavia non ne fu tratta alcuna conseguenza comportamentale. Solo l'ammira-
             glio Cavagnari, il14 aprile, inviò un promemoria al Duce sullo stato di preparazione
             della Marina. Finalmente fu un documento franco e obiettivo che diceva verità fino
             ad allora tenute celate.  Pur essendo stato Cavagnari stesso l'artefice della prepara-
             zione della Marina dal1933 al1940 e pur avendo costruito su ciò la sua posizione,
             ma certamente meno di altri capi militari, l'ammiraglio avverti, a quel punto, la co-
             scienza e l'onestà di criticare anche scelte sue:  l'insufficienza del naviglio sottile,
             il problematico e incerto impiego delle navi da battaglia, i limiti della guerra subac-
             quea che potevamo condurre. Nel documento c'era dunque di che mettere in discus-
             sione tutto il suo operato settennale politico e tecnico, compreso il fatto che la Regia
             Marina non aveva  mai  creduto  ad  una guerra contro la  Gran Bretagna e,  anche
             quando fu obbligata a prenderla in considerazione, lo fece con scarso convincimen-
             to: la propensione era stata sempre quella di essere a fianco della Royal Navy e mai
             contro.
                 D promemoria di Cavagnari del14 aprile, che avrebbe dqvuto indurre Mussoli-
             ni ad una pausa meditativa sulla decisione di entrare in guerra, rimase senza effetto;
             né effetti si avvertirono nelle riunioni successive dei capi militari per la preparazio-
             ne all'interventò.  lD stesso Cavagnari, dopo aver scritto,. tacque.  Alla Marina non
             rimase che prepararsi a combattere come meglio sentiva e poteva. Con quanta con-
             vinzione?                                 ·


             256
   253   254   255   256   257   258   259   260   261   262   263