Page 249 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 249

tervenire nell'area di competenza tedesca, grazie all'invio di nostri sommergibili a
           Bordeaux nel settembre 1940 e del C.A.I. in Belgio nell'ottobre di quell'anno per
           partecipare ai bombardamenti sull'Inghilterra. Il rifiuto di ogni sostegno germanico
           nel Mediterraneo era stato voluto da Badoglio che,  nello stesso Promemoria del  l  0
           aprile 1940 diretto a Mussolini e in cui segnalava l'impreparazione bellica dell'Ita-
           lia,  dichiarò,  piuttosto contradditoriamente, che «il nostro interoento doveva  essere
           fatto esclusivamente con forze e con mezzi nostri, perché il risultato che si può consegui-
           re sia dovuto esclusivamente a noi e non diminuito da aiuti tedeschi».  Cosl nacque la
           famosa  e discussa  strategia della «guerra  parallela»  (6).
               I primi giorni del conflitto videro reciproci e modesti bombardamenti aerei su
           obiettivi militari.  Quindi il  12  giugno .si  registrò  l'affondamento dell'incrociatore
           leggero inglese Calypso ad opera del sommergibile Bagnolini,  avvenimento dal quale
           nacquero grandi speranze sul rendimento della nostra arma subacquea, che invece
           non mantenne completamente le attese. In effetti la flotta sottomarina italiana, pur
           essendo nel  1940,  con i suoi  115  sommergibili,  la seconda del mondo  (numerica-
           mente dopo quella sovietica e come tonnellaggio dopo quella statunitense) aveva al-
           cune deficienze.  Innanzitutto essa era composta prevalentemente da battelli lenti
           e troppo grandi per il bacino mediterraneo, ciò che influiva negativamente sui loro
           tempi di immersione e sulla manovrabilità, come era stato già evidenziato durante
           la guerra civile spagnola,  senza che però nessuno a Roma se ne fosse  preoccupato
           (7).
                Lo scarso rendimento della nostra pur numerosa flotta subacquea fu anche do-
           vuto all'iniziale arretratezza dei sistemi di puntamento e di lancio (mancanza di cen-
           traline) e soprattutto alle  tattiche d'impiego che,  al  pari di molte  altre cose  nella
           struttura militare  italiana,  erano  superate,  rifacendosi  alle  esperienze  della prima
           guerra mondiale che  avevano  privilegiato gli  agguati statici  (8).
                Era ed è invece assurdo addebitare le difficoltà operative dei battelli sottomari-
           ni italiani alla presunta «trasparenza» delle acque mediterranee, spesso chiamata in
           causa senza spirito critico. Infatti, i sommergibili tedeschi, penetrati nel «mare no-
           strum» a partire dall'ottobre 1941, dovettero affrontare le stesse situazioni idrografi-
           che e meteorologiche e cionostante - grazie soprattutto ad una più dinamica tatti-
           ca di impiego - conseguirono risultati molto più cospicui contro il medesimo nemi-
           co, pur essendo nettamente inferiori di numero rispetto a quelli italianL In partico-
           lare,  gli  U-boote  germanici  affondarono  nel  Mediterraneo,  dalla  metà di ottobre
           1942 all'8 settembre 1943, 37 navi da guerra e 95 unità mercantili, contro 10 navi
           da guerra e 15 unità mercantili colate a picco dai nostri sommergibili in un periodo
           più lungo,  cioè dal  10 giugno  1940 alla data dell'armistizio  (9).
                Ritorniamo ad esaminare le prime operazioni navali del1940, ricordando che
           la più grande perdita italiana si verificò nello stesso instante della nostra dichiara-



           (6)  Cfr.  A.  Santoni - F.  Mattesini:  La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo
               (1940-194.5),  Roma DelrAteneo &  Bizzarri,  1980,  pagg.  19-20.
           (7)  Cfr. F. Bargoni: L'intervento navale italiano nella guerra civile spagnola, in «Rivista Italiana Difesa
               (RID)»,  ottobre  1984,  marzo  1985,  aprile  1986 e marzo  1987.
           (8)  A. Flamigni · A. Turrini - T. Marcon: Sommergibili italiani: cento anni di vita 1m storia e leggenda,
               supplemento alla «Rivista Marittima»,  marzo  1990, pag.  38.
           (9)  Per le statistiche dettagliate cfr.  A.  Santoni - F.  Mattesini:  La partecipazione tedesca alla guerra
               aeronavale nel Mediterraneo  (1940-194.5),  op.  cit.  pagg.  597-606.   ·

                                                                                   247
   244   245   246   247   248   249   250   251   252   253   254