Page 55 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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medio FIAT-Ansaldo fra il1940 e il1942 si ridusse da 46 a 8 kg (71).  Ma fin dall'H
           maggio 1941lo S.M. dell'Esercito (con perizia del gen. ing. L. Sarracino) aveva ac-
          certato che i carri italiani distrutti in Cirenaica nel febbraio  precedente (costruiti
          nel1940, dunque con la maggior quantità di nichel) avevano ceduto ai proiettili ne-
          mici per errori nelle colate dell'acciaio e per incuria nel montaggio (72).  Grave era
          poi l'insufficienza dei motori che la FIAT destinava a questi carri, rinunciando d'al-
          tronde ad adattare ad essi i propri propulsori aerei.  Eppure questi ultimi erano in
          pratica gli stessi motori che gli angloamericani installavano con successo  nei carri
          che ci contrastavano in Africa.  Tali  motori aerei erano invece  montati dalla  Casa
          torinese su velivoli sorpassati come i biplani «CR 42» ed altri che talora passavano
          senza, soluzione di continuità dalla consegna alla  demolizione  (73).
               E dunque seriamente prospettabile l'ipotesi che capacità e disposizioni indu-
          striali diverse avrebbero permesso, non certo la vittoria militare dell'Italia (impossi-
          bile per l'intero Tripartito), ma una figura meno meschina nella veste di primo satel-
          lite della  Germania in cui la  politica  fascista  ci  aveva  collocati.













































          (71)  F.  Minniti Le materie prime ecc.  cit.  II p.  267 nota 278  e docc.  ivi cit ..
          (72)  L.  Ceva,  A.  Curami La meccanizzazione ecc.  cit.  I pp.  339-343 e II doc  51  pp.  270-286.
          (73)  lvi I pp.  387-392 e pp.  463-464.

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