Page 59 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 59

l'impiego del trasporto marittimo e ferroviario e della valuta disponibile (6}.  La ne-
          cessità di importare annualmente circa 22 milioni di tonnellate di materie prime ed
           alimentari acquistate sui mercati esteri e la loro successiva ridistribuzione sul terri-
           torio  nazionale e  coloniale  sembra evidenziare non trascurabili  problemi logistici
           anche in condizioni di pace e di completa disponibilità delle merci richieste sui mer-
           cati extranazionali, vista la carenza italiana di carri ferroviari e autocarri, l'insuffi-
           cienza delle linee di comunicazione ed il modesto tonnellaggio della flotta da carico
           (7}.
               Per meglio valutare l'importanza degli approvvigionamenti per il «fronte inter-
           no», non dobbiamo dimenticare il timore governativo di alienarsi il consenso nazio-
           nale che,  da un lato,  ritardò l'introduzione di un reale razionamento alimentare e,
           dall'altro, di fatto annullò la portata della prevista mobilitazione civile, rinunciando
           alla  militarizzazione  delle  maestranze  e  concedendo  con  notevole  riluttanza  le
           estensioni all'orario di lavoro  richieste dagli  industriali (8}.
               È,  tuttavia, opportuno notare che il problema del consenso non afflisse sola-
           mente l'Italia, poiché tanto la Germania quanto il Giappone stentarono ad imporre
           una severa disciplina di guerra alla popolazione, sacrificando la produzione bellica
           in favore  di <<il  high  level o/ consumer goods production»,  come ha notato Richard
           Overy (9}.  Infatti, vani furono i tentativi di Speer nel1941-42 di una riorganizza-
           zione della  produzione bellica e solo  Milch,  con l'ostilità di Goering,  successiva-
           mente riuscì ad unificare i diversi organi preposti alle esigenze delle costruzioni ae-
           ronautiche tedesche.
               Non diversamente avvenne in Giappone dove solo nel1944, con la sostituzio-
           ne del generale  Tojo,  si affrontò il problema della priorità e  della disciplina della
           produzione bellica aeronautica e navale per far fronte alle carenze di materie prime.
               Ritornando ai problemi nazionali, dobbiamo tuttavia rimarcare come anche in
           condizioni di disponibilità illimitata nei piazzali delle industrie delle materie prime
           necessarie alla produzione bellica,  superati,  quindi,  tutti gli ostacòli frapposti sia
           dalla ricerca di un venditore e dalla disponibilità di valuta (10},  sia dal trasporto in



            (6)  Riprendiamo le stime da U.  Spigo, Premesse tecniche della disfatta (dall'euforia al disastro),  Roma,
               Faro,  1946,  pp.  83-97.
            (7)  Si stimava necessaria un'importazione annua di 9 milioni di tonnellate di combustibili solidi,  7
               milioni di tonnellate di combustibili liquidi, 2,3 milioni di tonnellate di generi alimentari e ferti-
              lizzanti, 2,2 milioni di tonnellate di materie  prime varie  per uso bellico e civile e  1.5  milioni
              di tonnellate di legname. Di queste importazioni, «circa metà (doveva avvenire) per via teria (vali-
              chi di frontiera, ferroviarii e camionabili), e metà per via mare (Gibilterra, Suez, Dardanelli) ... »·
              (id., p. 84). La consistenza del naviglio mercantile utilizzabile allO giugno 1940 era di 786 piro-
              scafi per oltre 3 milioni di tonnellate di stazza lorda,  ma l'effettiva disponibilità doveva  tenere
              conto del naviglio sia iri riparazione e ai lavori di manutenzione, sia delle 212  navi,  pari a oltre
              un milione di tonnellate di s.I., catturate o sorprese dalla guerra in porti esteri (cfr. Ufficio Stori-
              co della Marina Militare, La Marina italiana nella seconda,. guerra mondiale,  vol.  l, Dati statistici,
              Roma,  1972,  pp.  28-31).
            (8)  Alla richiesta degli industriali di due turni di lavoro di dieci ore, che permetteva quattro ore per
              la manutenzione dei macchinari, venne contrapposta una giornata su tre turni di 8 ore, che non
              permetteva né la manutenzione né poteva essere effettuata per mancanza di personale qualificato.
            (9)  Richard J.  Overy,  The  Air mtr 1939-1945,  New  York,  Stein &  Day,  1985,  p.  414.
           (10)  Sulle limitazioni imposte da Scambival, cfr.  F.  Guarneri, Battaglie economiche tra  le due grandi
              guerre,  2 voli.,  Milano, Garzanti,  1953, passim,  R.  De Felice, Mussolini l'alleato,  2 voli., Torino,
              Einaudi,  1990,  vol.  l, cap.  I  e  il  citato studio di F.  Minniti, Le materie prime ...

                                                                                   57
   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63   64