Page 63 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Si alludeva, poi, a «durezze Brinell» (21) variabili sia fra colata e colata sia lun-
go la medesima piastra di corazzatura, a struttura chimica «non troppo omogenea»
e in alcuni casi alla presenza di «una matrice martensitica marcata con presen~ di gra-
ni austenitici disseminati a diversa direzione». I difetti metallurgici venivano, poi esal-
tati <<dal sistema costruttivo del mezzo che presenta[va], in alcuni tratti, larghe campate,
e, quindi, poca suscettibilità allo smorzamento delle vibrazioni» indotte dall'impatto
del proietto nemico.
Se da un lato si censuravano le capacità progettuali dell~nsaldo, dall'altro si
richiedeva che alle Acciaierie Siai di Cornigliano fossero affiancate quelle di Terni
«che, nel campo delle corazzature, hanno un'esperienza più marcata».
Ed ancora:
«A rendere più perfezionata e meglio omogenea la produzione dei singoli elementi
di corazzatura ritengo indispensabile rendere più severe le norme di collaudo, special-
mente per quanto ri/eriscesi alla prova di fragilità, portandosi in condizioni più aderenti
alla realtà attuale ed attuandola con calibro di almeno .50-65 mm. Di più, oltre che
limitarsi ad una prova su qualche piastra per lotto, saggiare tutte le piastre, sia pure con
un metodo adatto il quale, senza sciupame l'integrità, garantisca l'omogeneità».
Lasciando ad altri l'analisi della susseguente carriera del generale Sar~cino,
promosso e destinato a più innocui incarichi, preme, tuttavia, far notare come in
primo luogo la composizione chimica delle colate nazionali per piastre di corazzatu-
ra non differisse da quella, ad esempio, utilizzata in Germania per la costruzione
di omologhi particolari. Nella produzione tedesca il tenore di carbonio scese pro-
gressivamente da 0,48% a 0,42% nel periodo dal1939 al1944, quello di Mn variò
da 0,7% a 0,75% con ·una punta di 0,95% nelle colate del1942 e corrispondente-
mente mutò il tenore di Si da 0,3% a 0,35% (0,55% nel1942). Più elevato risulta-
va il tenore di Cr utilizzato che da 1.4% sall a 1,74% nelle costruzioni del1943-44.
Solamente nel 1942-43 si adoprò come correttivo il Ni (1,55%), abbandonando il
Mo (0,7% a 0,35%) e diminuendo negli anni la carica di V (da 0,25% a 0,15%)
(22).
In Italia, senza una precisa padronanza dell'evoluzione metallurgica, ~i utilizzò
in maniera esagerata il Ni (tenore pari a 2-3%), infragilendo il prodotto ulterior-
mente con non appropriati cicli di tempra seguti da troppo energici raffreddamenti
che portavano alla struttura austenitica rilevata dall'esperto generale Sarracino. Ri-
mane comunque il fatto che i pesi di correttivi necessari per costruire un carro ar-
mato, anche supponendo ad abundantiam che tutte le parti venissero costruite con
la medesima lega, erano dell'ordine di qualche diecina di chilogrammi per un mezzo
da combattimento del peso di una diecina di tonnellate ed una conferma della no-
stra stima si deduce dal fatto che alla fine del 1942 il consumo nazionale di Ni era
(21) Per «durezza Brinell• Hd si intende il rapporto tra il carico applicato ad una sfera premuta sulla
superficie della lastra metallica di prova e l'area della calotta sferica dell'impronta ottenuta.
(22) Per comodità del lettore, riprendiamo i dati da Hartmuth H. Knittel, Panzerfertigung in Zweiten
Weltlerieg. Industrie produletion for Jie Deutsche Wehrmacht, Bonn, Mittler, 1988, p. 68. Si con-
fronti tuttavia l'ampia e fondamentale produzione scientifica di un protagonista quale Hans Biih-
ler sulle riviste Fmous Melllllurgy, Werlestatt unJ Betrieb e Stahl unà Eisen dal 1947 ...
Per un'analisi sistematica del problema si rimanda a Bundesministerium fiir Verteidigung, T II
4, H. Biihler, Geschichtlich-tecnischer Uberblicle iiber Jie Panzer-sliihle in DeuschlanJ uon 1934 bis
194.5, 1963.
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