Page 191 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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La drammatica sequenza di insuccessi e di veri e propri rovesci si
accompagnò, nella prima metà del 1941, alla perdurante paralisi dei su-
premi organi rappresentativi dello Stato. Dal 23 marzo 1939 presieduto
dal conte Giacomo Suardo in successione a Luigi Federzoni, il Senato del
regno tenne la sua ultima seduta pubblica il 17 maggio 1940, dopodiché
rimase inerte spettatore degli eventi, sino al tentativo, avviato in extremis
da una sessantina di patres, dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia, di
promuoverne la convocazione plenaria per chiedervi solennemente quel
"ritorno allo Statuto" che, dal canto loro, Dino Grandi, Giuseppe Bottai
e altri si accingevano a imporre con l'ordine del giorno la cui approvazio-
ne, com'è noto, il 25 luglio 1943 mise fine al regime < 8 >. Lo stesso vale per
la Camera dei fasci e delle corporazioni, istituita nella sua veste definitiva
nel1939. Neppure il suo presidente, Dino Grandi, poté realisticamente farvi
conto per imprimere una qualsivoglia correzione di rotta alla condotta della
guerra.
Il vuoto istituzionale più clamoroso fu però fatto registrare dal Gran Con-
siglio del fascismo. Benché il 9 dicembre 1928 fosse stato elevato addirittura
a tutore della sovranità, tantoché persino la successione al trono era subordi-
nata al suo parere preventivo, nel tempo esso venne via via esautorato, men-
tre alle figure originarie del movimento e più rappresentative del PNF
subentravano, nel suo ambito, ligi e grigi esecutori della volontà di Mussoli-
ni. Perciò accadde che il Gran Consiglio venisse informato della dichiarazio-
ne di guerra al regno di Albania solo a cose fatte. Nella seconda metà del
1939 codesto "organo supremo della rivoluzione fascista" tenne una sola se-
duta, il 7 dicembre, per approvare la "non belligeranza", da tempo decisa
in altra sede. Negli anni seguenti, a parte i tre quadrumviri superstiti e i membri
"a cagione delle loro funzioni" (presidenti dei due rami del Parlamento, mi-
nistri 'principali' e presidenti di fondamentali istituzioni del regime: fra i quali
le figure più autorevoli del Ventennio, quali Bottai, de' Stefani, Farinacci,
Grandi, Giovanni Marinelli, sin dagli albori segretario amministrativo del
PNF ... ), ne fecero parte per rotazione, 32 nuovi "grandi consiglieri", (non
tutti famosissimi: Mario Muzzarini, Ettore Frattari, Vincienzo Lai...), nomi-
nati quasi si trattasse di un organo nel pieno delle sue funzioni. Però esso
(8) La nascita del Senato repubblicano, pref. di G. Spadolini, saggio introduttivo, di Carlo
Giannuzzi, Roma, Senato della Repubblica, 1989, pp. 11 e seg. L'elenco dei senatori
firmatari della richiesta di convocazione del Senato (datata 22 luglio 1943) alle pp.
103-104.
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