Page 218 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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grigiore presente del resto in tutti gli eserciti, lo scoramento si alterna a
una rinnovata ostinazione in cui possono confluire scatti disperati o istin-
tivo rifiuto del pessimismo.
Nei vertici in parte rinnovati delle Forze Armate, il bruciore dell'or-
goglio ferito e la convinzione che la partita nel suo insieme potrebbe anco-
ra essere guadagnata, grazie alla Germania, porta qualche soffio innovatore,
quasi un'urgenza di "rifarsi", una volontà di correggere. Fenomeno tut-
t'altro che uniforme e di variabile costanza, ma innegabile. Non abbiamo
soltanto richieste di armi all'alleato tedesco, che preferisce invece sommi-
nistrare poche eccellenti unità. Vi e la Marina che imposta - tardiva-
mente fin che si vuole- due portaerei nel che è implicita la persuasione
della necessità di collaborare con l'Aeronautica nel quadro, del resto, di
una più generale simbiosi che darà qualche risultato già dalla seconda me-
tà del 1941. E ancora Marina e Aviazione si impegnano maggiormente
nelle specialità dimostratesi capaci di guadagnare successi: mezzi d'assal-
to e aerosiluranti. Ed ecco l'Esercito che cerca d'improvvisare quell'attivi-
tà addestrativa in gran parte mancata prima d'allora (battaglioni
d'istruzione) e che acquisisce la capacità di sfruttare sempre meglio in A.S.
lo stesso modesto armamento dell'inverno 1940-41.
Anche nei rapporti fra industria bellica ed Esercito, o per lo meno nei
settori fin qui potuti esplorare, si constatano fenomeni analoghi. Deside-
rio di superare impasses nelle relazioni coi potentati industriali, ripresa e
irrobustimento di tendenze già affacciatesi nel1939 e sporadicamente an-
cor prima. Altro è poi che i risultati di questo sforzo siano stati modesti
e che lo sforzo stesso abbia subìto rallentamenti e deviazioni.
Prima di entrare in argomento, alcuni avvertimenti su caratteri e li-
miti del presente contributo.
Innanzi tutto, ricordo che il precedente scritto "Grande industria e
guerra" presentato nella sessione scorsa del convegno - dato il suo carat-
tere introduttivo - era rivolto per la maggior parte a problemi generali
dell'industria (non solo bellica) e del commercio estero fra le due guerre
mondiali, mentre per il resto considerava la vigilia dell'entrata in guerra
o poco più. E poiché i processi storici non vanno col calendario, anche
qui il discorso non investirà solo il1941 ma prenderà le mosse dal1939-40
e per qualche aspetto sconfinerà nel 1942 ed oltre.
In secondo luogo l'esistenza quest'anno di un'apposita sezione "Econo-
mia e Guerra", articolata anche su altri quattro contributi, alleggerisce
il mio compito consentendomi di proiettare su un panorama già incisiva-
mente lavorato, il "dialogo" tra industria e vertice militare terrestre (S.M.
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