Page 220 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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bocche  da  fuoco  di  cui  oltre  un  66%  consistente  di  pezzi  controcarro
               e  per  carro  (47/32)  nonché  di  contraerei (75/46  e 90/53),  un 3.2%  di
              pezzi divisionali (75/18 e 75/34), un 16.7% di pezzi di C.d'A. (149/19)
               e un  14% di pezzi pesanti d'Armata (149/40 e 210/22). Tale produzione
               era affidata  per 1'80%  all' Ansaldo  e per il  rimanente alla  OTO nei  cui
               stabilimenti  l'artiglieria  rappresentava  il  principale  manufatto  bellico
              terrestre < 4>.

                   L'età "tecnologica" dei pezzi (esclusi i 47/32 e i contraerei) risaliva
              al  1929-1933.  Infatti  erano  stati  concepiti  già  in  vista  del  programma
               "Giuria-Bonzani"  che,  approvato  sulla  carta fino  dal  1929,  aveva  dato
              luogo solo a piccole serie di armi. I contraerei da 75/46, realizzati in quantità
              modesta già dal1934, risalivano a studi avviati almeno dal1928, durante
              la gestione Cavallero dell' Ansaldo, mentre il 90/5 3 si era configurato nel-
              l'aprile 1939 come adattamento terrestre di una precedente realizzazione
              Ansaldo  per la  Marina (90/50).  Il controcarro da 47/32 riproduceva su
              licenza del 1935 l'austriaco Boheler con caratteristiche di non autotraina-
              bilità  alle  quali  non rimediò  neppure una versione modificata,  proprio
              a tal fine, nel 1939. È anche probabile che la mancanza di scudo, poi gra-
              vemente lamentata dai combattenti, derivi da un discutibile ordine di Pa-
              riani  del  10  maggio  1936 (5)_
                   I  programmi anzidetti presupponevano, oltre ad adeguate disponi-
              bilità di materie prime (per il che si rinvia ad altro contributo di questa
              sezione), ammodernamenti e sviluppi di impianti tali da risollevare la ca-
              pacità produttiva nazionale (caduta a 65 pezzi/mese: 31 Ansaldo, il rima-
              nente OTO salvo briciole dagli arsenali di Napoli e Piacenza) ad almeno
               215-250 pezzi/mese <6>.  Il rinnovo  degli  impianti era stato reso  possibile
              dopo che nel 1938-39le industrie avevano ottenuto dallo Stato un contri-
              buto  pari  al  15 %  del  valore  delle  commesse.  Il  l O%  del  contributo



              (4)  Comitato cit.,  p.  372. Vedi anche A.  Curami, F. Miglia, cit.,  pp. 263-264 e nota 16.
               (5)  Carte Pariani presso le Civiche Raccolte storiche di Milano quaderno XI p.  19, ordi-
                  ni  al gen.  Gambellini.
               (6)  A.  Pariani, Chiacchiere e realtà - lettera agli amici, (riservata fuori commercio), 27 giu-
                  gno  1949, p.  13  e F.  Minniti, cit.,  pp.  13,  16 e note  34 e 36.  Per variazioni delle
                  previsioni produttive:  A.  Curami, F.  Miglia,  cit.,  pp. 262-264,  nonché  "Relazione
                  sull'attività dell'Ansaldo s.a. dal1939 al1943 nel campo della costruzione delle arti-
                  glierie.  Parte generale",  Fond.  Einaudi,  Archivio  Rocca  (A.  R.),  14.32  p.  20.  Per
                  il  contributo  del  15%: op.  cit.,  alla  nota  3,  I  e II  (doc.  49).


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