Page 225 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 225

Se primarie industrie potevano permettersi di trattare così l'Esercito
          nazionale, ciò si doveva al potere politico che fin dai primi anni '30, aveva
          favorito  la  creazione  del  duopolio  Ansaldo-FIAT unico  fornitore  di  carri
          dell'Esercito tutti usciti dalla mente di un solo progettista (ingegnere G. Ro-
          sini)  al quale del  resto  risalivano  anche gli  altri veicoli da combattimento
          dei  quali  si  parlerà.
               Questo non significa però che l'Esercito -  sia pure tardivamente -
          non  cercasse  di  reagire.  E  ciò  tanto  in alto  quanto  in  basso.
               Con la chiusura della non felicissima gestione del generale Soddu, so-
          stituito il  30  novembre  1940 dal generale  Alfredo  Guzzoni  nella  duplice
          veste di Sottocapo di S.M.G. (praticamente Capo data l'assenza di Cavalle-
          ro  in Albania)  e di  Sottosegretario,  si  ebbe  un sensibile cambiamento di
          tono  nelle  relazioni  Esercito-industria.  Come  risulta  fra  l'altro  da un noto
          documento dello S.M. Esercito, nel gennaio 1941 fu cercato uno snellimen-
          to del rapporto anzi tutto attraverso l'eliminazione dei "troppi enti" che "idea-
          no, propongono, studiano, modificano ecc." rendendo così "diluite, intricate
          e sfuggenti le responsabilità" per ritardi e interruzioni. Poi,  maggiore ade-
          renza alle  regole:  lo  S.M.  ("cliente")  determina armi e materiali occorrenti
          e controlla la loro  rispondenza ai  requisiti  richiesti.  Il  Ministero (ammini-
          stratore dello S.M.) dà le commesse e le finanzia. Gli uffici tecnici dell'Eser-
          cito (consulenti sia dello S.M. sia del Ministero) sono alla diretta dipendenza
          del  primo,  "preparano e seguono"  presso  i  fornitori  la  realizzazione  dei
          manufatti procedendo poi a controllarli. Quindi, più attento dosaggio degli
          ordini commisurandoli non alle m ere promesse ma all'organizzazione pro-
          duttrice e alle materie prime disponibili in modo da rendere i costruttori
          meno sicuri della propria inattacabilità e capacità di dettare condizioni. Né
          Guzzoni mancò di dare a qualche ditta, da troppo tempo abituata a farla
          da padrone con l'Esercito, segni di "disaffezione" proprio nell'area così sen-
          sibile dell'interesse economico. Si  consideri la lettera  17 febbraio  1941 ad
          Agostino  Rocca,  caso  raro  in uno  stato  che  con determinati interlocutori
          non era solitamente in condizione di "badare a spese". Alcune pretese del-
          l' Ansaldo,  non del tutto infondate sul piano giuridico,  vennero licenziate
          con argomenti in sé discutibili ma accompagnati da un ammonimento ad
          accontentarsi  di  "quanto fatto  dall'amministrazione dello  stato  per il  po-
          tenziamento dell'Ansaldo" con contributi "per allestimenti che non richie-
          dendo incremento di attrezzature",  avevano 'pertanto costituito sopravve-
          nienze "particolarmente attive" per centinaia di milioni. Come dire: non fate
          i  causidici  per  5  o  10  e  consolatevi  coi  100  o  più  che  avete  comunque


                                                                             223
   220   221   222   223   224   225   226   227   228   229   230