Page 224 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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di questo ritardo risalivano ad una quasi decennale emulsione fra  indeci-
                sioni dell'Esercito ed inesausta capacità dell'industria di provocare sempre
                 nuove richieste dello stesso inadeguato veicolo (CV 35  o L3  nelle sue varie
                ma  equivalenti  versioni)<17).

                     Le  intese fra  Agostino Rocca,  Amministratore delegato dell' Ansaldo,
                e il transeunte capo di S.M. e sottosegretario Pariani (di lì a poco sostituito
                da Soddu) comprendevano- come è noto- il passaggio dall'appena sfor-
                nato e infelice M  11  allo  sperato migliore M  13, la  realizzazione dell'L 6
                e il tentativo di  utilizzare una parte delle  migliaia  di inutili L 3 sia  come
                semoventi da 47 (secondo un anteriore progetto C.S.E.M.) sia  come carri
                portamunizioni.
                     Astraendo dall'L6 sul quale ritorneremo, puntare sull'M 13 (nonostante
                gli  stessi  dati tabellari denunciassero già l'insufficiente  rapporto peso/po-
                tenza di 8.92 CV/t) era inevitabile dal momento che a quel punto il duopo-
                lio Ansaldo-FIAT non era in grado di offrire di meglio, e del resto con ritmi
                assai  lenti:  niente  per  otto  mesi;  15/mese  da  agosto  a  novembre  1940;
                30/mese  sino  a  fine  anno;  36/mese  dal  1941.
                     Né certo errato era tentare un'utilizzazione anche modesta  come se-
                moventi e come cingolette portamunizioni dei sovrabbondanti carri leggeri.
                     È noto che l'M 13 (alla prima commessa di 400 dell' 11 dicembre 1939
                ne  seguiranno altre 4  per complessivi  1.420 tra marzo  1940 e settembre
                1941) diede prove sconfortanti in A.S.  (soprattutto a Beda Fomm nel feb-
                braio 1941) ed in Balcania. La velocità si rivelò ancor più modesta di quel-
                la conseguente al teorico rapporto peso/potenza (una relazione di Gambara
                dalla Libia parla addirittura di soli 8 km/h su terreno vario) la resistenza
                delle corazze ed altri inconvenienti tecnici (filtri, freni, motori ecc.) si pale-
                sarono gravi.  L'8  maggio  1941  il  generale L.  Sarracino,  spedito  in  Libia
                ad esaminare i relitti degli M 13 sul riconquistato (grazie ai tedeschi) cam-
                po  di  Beda Fomm, aveva  constatato fra  l'altro  cospicui  difetti  costruttivi
               . e di montaggio: fragilità delle corazze per errori nella tempera e colate diso-
                mogenee, inadeguata posizionatura dei bulloni e perfino deficiente serrag-
                gio  degli  stessi.



                (17)  Quando non sia  espressamente avvertito tutte le  notizie della  sezione relative ai co-
                     razzati e ai meccanizzati sono tratte dai due volumi di L. Ceva, A. Curami, La mecca-
                     nizzazione ecc.,  cit.,  nonché da documenti ivi  citati e/o riprodotti e da lavori ivi citati
                     e utilizzati. Sempre per non appesantire l'apparato rinvio ivi (II vol.) anche per foto-
                     grafie  di  mezzi.


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