Page 228 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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non  sarebbe esistita  se,  al  posto  del  veicolo  Ansaldo-FIAT,  vi  fosse  stato
              per esempio lo Skoda T 21, ormai prodotto dall'Ungheria per il suo Eserci-
              to (sotto il nome di  Turàn)  e capace di una velocità massima su strada di
              47.2  km/h  ossia  superiore  del  6.4%  a  quella  del  Mark VI.
                   Fra i portati delle gestioni Pariani e Soddu si trovava anche il  carro
              16. L'industria era riuscita a farlo accettare di massima a Pariani nelle inte-
              se dell'ottobre 1939. E la cosa poteva essere comprensibile. Intanto a quel-
              l' epoca un carro da 6 t non era ancora del tutto fuori dalla realtà. E soprat-
              tutto Pariani ne aveva condizionato l'ordinazione sia alla possibilità di farne
              un veicolo contraereo sia al fatto che non portasse "il minimo rallentamento
              nella costruzione degli  M  13  ". Del tutto incomprensibile invece,  salva l'i-
              potesi di un "riguardo" per industrie desiderose di ammortizzare impianti,
              la moltiplicazione degli ordinativi dello stesso veicolo avvenuta nell'agosto
              1940, durante la gestione Soddu in occasione di contatti diretti fra Musso-
              lini e l'allora direttore superiore dell'Ispettorato Servizi Tecnici gen. Carac-
              ciolo  di Feroleto:  addirittura  1.000 16 secondo Roatta e sicuramente non
              meno di  730, a  più riprese,  e in parte poi trasformati in semoventi e in
              portamunizioni. Nell'estate 1940 il carro tedesco da 6 t (Panzer l) non era
              più in produzione da tempo (pur allestendosene ancora degli scafi per altro
              uso).  Mentre  negli  stessi  giorni veniva  molto  ridotta  nel  nuovo  organico
              della Panzerdivision anche la presenza del carro tedesco Il, originariamen-
              te armato da mitragliera da 20 mm cioé come 1'16 ma di  peso circa dop-
              pio:  da  10 a  12  t  nelle varie versioni  e con un rapporto peso/potenza da
              14 a 15  CV/t contro i circa 10 CV/t dell'L6. Né d'altra parte la successiva
              conversione dell'L6 in semovente da 47/32 poteva av~re un significato pa-
              ragonabile all'installazione di pezzi da 105 e persino da 150 mm cui proce-
              devano i tedeschi nelle finali trasformazioni artiglieresche del Panzer II. Non
              é chiaro dunque a quale tipo di guerra pensassero nell'agosto 1940 Musso-
              lini, Soddu e Caracciolo di Feroleto tanto più considerando che la  conse-
              gna degli 16 non poteva ragionevolmente avvenire prima del1942. Quanto
              a  Guzzoni,  egli  arrivò  solo  in novembre  cioè  a  cose  fatte.
                  Al periodo Guzzoni risale anche la realizzazione dei primi semoventi
              da  75/18 su  scafo  M  13  che  peraltro  entreranno  in linea  solo  a gennaio
              1942. Nulla di particolarmente originale dato che l'esercito tedesco aveva,
              da oltre un anno  e mezzo,  semoventi da  75  su  scafo  Panzer  III  migliori
              del nostro che comunque fu il corazzato meno indegno utilizzato dai com-
              battenti  d'Africa.
                   Sempre durante la gestione Guzzoni incominciò la distribuzione delle
              autoblindo, le  tutt'altro che malvage AB  41, la  cui  scarsità numerica una



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