Page 233 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Infatti i carri britannici Cruiser A 13, gli americani Stuart, le prime serie
           di Grant e di Sherman erano tutti azionati da propulsori che, derivati per
           plagio o riprodotti su licenza, si trovavano anche su aerei italiani disponi-
           bili a centinaia sia come fondi di magazzino (l'intera linea degli antiquati
           caccia biplani Rosatelli  FIAT CR 20, CR 20 bis,  CR 30, CR 32  nonché
           i sorpassati ricognitori IMAM Ro  l  del 1926/27) sia in modelli costruiti
           e pagati fino al1943 tra i quali il FIAT CR 42 che avrebbe potuto passare
           senza inconvenienti alla demolizione previo recupero del motore. Del re-
           sto anche il primo carro realizzato in Italia, il FlAT 2000 i cui unici due
           esemplari risalivano al  1918, era azionato  da un motore aeronautico.  E
           analoga origine aveva il Diesel del T  34 sovietico, uno dei migliori carri
           del secondo conflitto mondiale.  Né vi  sarebbero stati problemi legati  ai
           carburanti perché tutti i motori aerei radiali italiani di derivazione estera,
           diversamente dai rispettivi originali, non impiegavano benzina ad alto nu-
           mero  di  ottani.
                Non si vuoi con questo dire che tali sistemazioni fossero sempre faci-
           li  e perfette.  Il motore Liberty adattato  dalla  Nuffield  ai  Cruiser  inglesi
           a partire dall'A 13 (Mark III e Mark IV)  suscitò un coro di proteste ma,
           come è stato osservato, queste si manifestarono solo dopo l'arrivo dei Panzer
           di  Rommel <31>.  Fin che  c'erano da  combattere i  soli  italiani coi loro  M
           11  e M 13  (per di più non rodati, privi di radio e in mano ad equipaggi
           improvvisati), l'A  13  come  i  suoi  modesti  predecessori  A  9  e  A  10,  fu
           portato in palmo di  mano.  E si  capisce.  L'A  13  era  un carro originale.
           Aveva le sospensioni Christie adottate non per suggerimento dei loro in-
           ventori americani ma perché il  generale Martel -  allora  comandante il
           dipartimento tank al War Office- le aveva viste alla prova sui carri so-

           vietici alle manovre in Russia cui era stato invitato nell'autunno  19 3 7 (32).
           La  bontà del sistema non era stata però del tutto pagante per la fragilità
           e la  strettezza  dei  cingoli,  evidenziatesi soprattutto nel deserto africano.
           Quanto al motore, le lamentele riempirebbero molte pagine.  "Inaffidabi-
           le", "aveva una vita media di sole  100 ore", il teleruttore di avviamento
           si guastava spesso, le frizioni dei dispositivi sterzanti erano fragili,  la fri-
           zione principale slittava per surriscaldamento, il sistema di distribuzione
           a valvole era particolarmente esposto alla sabbia. Ma -  notano i suoi cri-
           tici - questi difetti (insieme con i soli 14 mm di corazzatura, poi aumentati



           (31)  D.  Fletcher,  The  Great Scandal of Tanks,  Londra,  HMSO,  1989,  I  p.  75.
           (32)  G.L.Q.  Marcel,  cit.,  pp.  45-46.


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