Page 231 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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questo (come del Panzer III) Cavallero non parla più se non·per suggerire
ai suoi collaboratori le scuse più adatte per liberarsi dagli affidamenti già
avviati con l'alleato. In tale fase rientra anche l'approvazione data da Ca-
vallero a Rocca circa l'inopportunità di compiere i sacrifici economici e
le fatiche industriali per la riproduzione degli ottimi motori Maybach (azio-
nanti tutti i carri tedeschi della seconda guerra mondiale) preferendosi scom-
mettere sulla messa a punto del motore del P 40 che non riuscirà mai piena-
mente nonostante un biennio di sforzi certo non gratuiti.
In verità tale svolta nelle relazioni Esercito-industria imperniata sul-
la "fede" nel P 40 appartiene soprattutto ai primi mesi del 1942. Se ne
accenna solo perché le basi furono gettate nel1941 quando, con l'allonta-
namento di Guzzoni, tali rapporti erano usciti dall'orbita ministeriale e
dello S.M. Esercito per concentrarsi néll'area dello S.M.G .. Non meravi-
glia che lo S.M. dell'Esercito, pur piegando doverosamente dinnanzi al-
l' organo superiore, abbia poi preso qualche distanza. Si considerino alcune
frasi scritte da Roatta in un suo libro del dopoguerra e che solo alla luce
di quanto emerso dalla documentazione acquistano sapore. Come è noto
il Capo di S.M. dell'Esercito schierato - in fatto di carri - sulla linea
Guzzoni, fu anch'egli rimosso da Cavallero e sistemato in Croazia (gen-
naio 1942). Scrivendo nel 1946, dopo aver illustrato i difetti dell'M 13,
insistendo particolarmente su quelli dei freni (per carenza di amianto, egli
sostiene) nonché sul fatto che le corazze, imbullonate anziché fuse o salda-
te, non resistevano neppure ai colpi da 47 (chiara eco del rapporto Sarra-
cino), Roatta afferma di aver proposto di abbandonare l'allestimento del
carro italiano per passare senz'altro alla riproduzione in Italia del più mo-
derno tipo di carro germanico. E subito aggiunge: "mentre la questione
era tutt'ora in sospeso, il Comando supremo" intando "dispose per ragioni che
si ignorano che fosse proseguita la produzione di tutti i carri M previsti" (c.vo.
nostro)<27l. Allo stato attuale delle mie conoscenze posso solo notare
che atteggiamenti di Cavallero come quelli ora visti contrastano con aspetti
positivi della sua opera che ho avuto occasione di studiare altrove < 28>.
Spostando ora l'attenzione dalle scrivanie industriali e militari al cam-
po di battaglia, ricordo che l'addestramento al carro M fu realizzato in
(27) M. Roatta, Otto milioni di baionette, Milano, Mondadori, 1946, pp. 79-80.
(28) Fra l'altro in: La condotta ecc., cit. passim; Ugo Callero voce in: "Dizionario biografi-
co degli Italiani", XXII 1979, pp. 701-704; Il diario del maresciallo Cavallero, in "Ri-
vista Storica Italiana", 1/1985, (pp. 294-324), pp. 314-316.
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