Page 29 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  POLITICA  ITALIANA
                       NEL  MEDITERRANEO  ORIENTALE








                                                              ROMAIN H.  RAINERO




                 Quindici giorni dopo l'inizio delle ostilità, non appena la questione
            legata alla dichiarazione di guerra alla Francia sembrava regolata dall'ac-
            cordo di armistizio con il governo di Vichy, il governo italiano parve orien-
            tarsi  verso  un  certo  irrigidimento.  Attaccando  la  Grecia  che  Roma
            considerava debole,  Mussolini aspirava a divenire nell'Europa balcanica
            l'elemento chiave della situazione. Al pari di Hitler, voleva realizzare una
            "guerra lampo" contro i greci ed atteggiarsi a dominatore della scena nel-
            l'Europa del Sud, posizione attribuitagli dagli accordi presi con Hitler nel-
            l' ambito del chimerico Nuovo Ordine Mondiale, tanto esaltato dall'Asse. Questi
            progetti subirono, però, difficoltà sempre più crescenti nel corso del1941:
            l'umiliante accettazione di un intervento della Germania per ottenere la
            vittoria sulla Grecia e sulla Iugoslavia e le notevoli sconfitte navali nel Me-
            diterraneo,  a Taranto e al Capo  Matapan.
                 In questa situazione militare di grande debolezza, anche i due nuovi
            elementi presenti  sulla  scena araba,  la  rivolta a  favore  dell'Asse  in Irak
            e la guerra inglese in Siria, non riuscirono a favorire un rilancio dell'ini-
            ziativa italiana.  La  conquista di Creta da  parte dei tedeschi  non  servirà
            a molto poiché appare ormai chiaro che la guerra non sarà breve e l'Italia
            è ben lontana dall'essere  preparata per uno sforzo  di lungo  respiro.
                 Sul piano generale della guerra le ultime settimane del 1940 segnaro-
            no,  per la strategia italiana, l'inizio di una posizione di crisi, in generale
            verso il conflitto, e in particolare verso i rapporti con l'alleato del Nord,
            rapporti che si  trasformarono in una brutal friendship < 1 > in cui Roma a p-


            (l)  Secondo l'efficace espressione di F.W. Deakin, The bruta/ friendship.  Mussolini,  Hitler
               and the  Pali of ltalian Fascism,  Londra,  Prager,  1962.


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