Page 32 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Oramai  nel  Mediterraneo l'intervento  della  Luftwaffe  e la  presenza
              dell'Africa Korps < 4 > erano divenuti consistenti e la funzione subalterna del-
              l'Italia· non  piaceva  a  Mussolini  e  al  suo  entourage.
                   D'altra parte, i contatti diretti tra i due Capi dell'Asse ponevano sem-
              pre più in evidenza  la  volontà di  Hitler di  sovrintendere all'evoluzione
              generale del conflitto: l'Italia non partecipava ad una guerra parallela con
              la Germania, ma era confinata ad un ruolo subalterno. Le ambizioni ita-
              liane erano frustrate e le operazioni militari in Grecia dimostrarono le no-
              tevoli difficoltà in cui si trovano le truppe italiane che vedevano cambiare,
              nel mese di dicembre, il Capo di Stato Maggiore Generale, Badoglio, so-
              stituito da Ugo Cavallero, senza che con ciò migliorasse la situazione dive-
              nuta  ormai critica  anche  in Albania.
                   Questa evoluzione negativa tracollò il6 aprile 1941, quando la Ger-
              mania decise  di  attaccare a  sua volta la  Grecia e la  Iugoslavia partendo
              dall'Ungheria, dalla Romania e dalla Bulgaria. Questo intervento era pun-
              tato a  dare il colpo  di grazia alla  resistenza greca aiutata dai contingenti
              inglesi, ed a liquidare la lunga Campagna italiana che aveva subìto tante
              sconfitte. Lo spiegamento dell'Esercito tedesco,  che ancora una volta rea-
              lizzava una "guerra lampo" con l'occupazione di Atene in solo dicianno-
              ve giorni, era la dimostrazione evidente della crisi strategica e militare in
              cui l'Italia si  trovava.  L'intervento  tedesco  nei  Balcani  doveva  dare alle
              ambizioni italiane una seria battuta d'arresto: questo intervento avvenne,
              infatti, pochi giorni' dopo una grossa sconfitta da parte della Flotta italia-
              na. Nell'ambito di un'azione navale che aveva come obiettivo l'intercetta-
              zione di un importante convoglio inglese di rinforzi, destinato alla Grecia,
              la Flotta italiana, al comando dell'ammiraglio Angelo lachino, si trovò di
              fronte ad un'ingente Flotta inglese comandata dall'ammiraglio Cunningham
              che sbarrò la strada alle forze italiane < 5>.  Nella notte fra  il 28 e il 29 mar-
              zo,  soprattutto in  seguito  alla  mancanza  del  radar  da  parte  della  Flotta
              italiana, lo  scontro  ebbe luogo  allargo del  Capo  Matapan e si  concluse
              con una grave sconfitta  della  nostra  Flotta,  che in questa battaglia ebbe
              tre incrociatori affondati e una corazzata danneggiata. Con questo episodio




              (4)  Si  veda  in  questo  stesso volume  il saggio  di Jens  Petersen.
              (5)  A.  Iachino, Gaudo e Matapan.  Storia di una operazione d_i  guerra  navale nel Mediterraneo
                 (27-28-29 marzo 1941), Milano, Mondadori, 1946. Le memorie dell'ammiraglio sono
                 da rivedere alla luce della documentazione dell'Ufficio Storico della Marina Militare.


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