Page 35 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Il caso più clamoroso di revisione geopolitica fu il ritiro della competenza
italiana sul controllo del Marocco, per darne alla Germania la responsabi-
lità. A partire dal 16 marzo 1941 la Commissione italiana cessava di do-
versi occupare del Marocco e ne prendeva il compito la Commissione
tedesca. Il prestigio dell'Italia subiva così un duro colpo che il Presidente
della CIAF, generale Arturo Vacca Maggiolini, invano cercava di de-
nunciare.
La questione del Marocco è, a nostro parere, importante perché mo-
stra in modo evidente che il primato delle posizioni italiane nel quadro
generale dell'Asse stava rapidamente sfaldandosi. Il Mediterraneo, il Mare
Nostrum di Mussolini, gli riservava molti insuccessi; le sconfitte diplomati-
che all'interno dell'Asse non potevano trovare un giusto riequilibrio sul
piano militare. La Libia era oramai sotto il controllo dei contingenti del-
l'Africa Korps in una visione strategica che dava alla Germania, nei Balca-
ni come nel Mediterraneo, un primato assoluto, poco meno di un anno
dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia. In tale situazione i problemi
di "rivendicazione territoriale" del fascismo, che avevano sostenuto e giu-
stificato la decisione del 10 giugno 1940, difficilmente potevano essere
ancora considerati un valido motivo per una guerra lunga e negativa.
Anche l'aspetto ideologico era in piena crisi con un accordo ingom-
brante, quale quello fra Germania e Unione Sovietica, che metteva in que-
stione il futuro della vittoria con un Nuovo Ordine nel quale il rigore
ideologico era assente.
Tuttavia a Roma si creò un certo ottimismo all'indomani della di-
chiarazione di guerra della Germania alla Grecia e alla Iugoslavia: con i
Balcani saldamente in pugno, l'Asse avrebbe potuto oramai dare allo sfor-
zo bellica in Africa del Nord quella spinta che, secondo l'Asse, avrebbe
assicurato una rapida vittoria.
La situazione generale nel settore coinvolto nella guerra in Libia, os-
sia il mondo arabo, dava a Roma ancora qualche speranza. L'offensiva
ideologica dei movimenti nazionalisti anti-inglesi e anti-francesi a favore
di un'adesione al fascismo, che risaliva a prima dello scoppio della guer-
ra, poteva dare qualche risultato nell'ambito della guerra in corso. Grazie
anche all'antisemitismo, tal une personalità rilevanti del mondo arabo si
erano volte all'Asse per cercare una possibile evoluzione della decoloniz-
zazione totale verso cui era oì:i.entata da molti anni la maggior parte dei
movimenti politici della regione. La questione palestinese ed il nazionalismo,
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