Page 39 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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solo la Commissione italiana né quella tedesca si ritirarono, ma le loro
attività si moltiplicarono superando di gran lunga le frontiere del manda-
to francese, interessandosi a tutta la regione araba e seguendo nei partico-
lari l'evoluzione delle reazioni politiche degli uomini e delle idee di questo
settore.
Certamente la questione dell'Irak diede a questa attività un'impor-
tanza eccezionale: la salita al potere a Baghdad di un governo nazionalista
che univa l'opzione ami-britannica ad una dichiarata simpatia verso il fa-
scismo, fu un vero colpo di fulmine in Medio Oriente. Da quel momento
la posizione delle truppe inglesi in Egitto-Libia si fece assai delicata e la
"questione del Levante francese" assumeva una bruciante attualità. I pia-
ni italiani in proposito erano molto interessati allo svolgimento di un pro-
nunciamento arabo a favore dell'Asse. Questo elemento, infatti, poteva essere
molto favorevole nelle sue possibili ripercussioni sia nella campagna d'A-
frica del Nord, che era piuttosto difficile, sia nello sforzo bellico della Gran
Bretagna che, in mare, era una vera minaccia nei confronti dei riforni-
menti italiani verso la Libia. Le speranze del governo di Mussolini in se-
guito alla rivolta di Ali al-Ghailani si univano a quelle suscitate da molti
mesi dalle violente attività chiassose del Gran Mufti di Gerusalemme che
era passato, fin dall'inizio della guerra, dall'azione antiebraica in Palesti-
na alla scelta dell'Asse. Il colpo di Stato iracheno avvenne il3 aprile 1941
e il nuovo Primo Ministro, dopo un primo periodo di pseudo-osservanza
del trattato anglo-iracheno del1931, diede l'avvio alla rivolta anti-inglese
il 2 maggio con una serie di attacchi contro le basi della Gran Bretagna.
Le richieste di aiuto all'Asse si fecero pressanti e l'urgenza dell'assistenza
richiesta da Berlino e da Roma portò questi due Governi a servirsi senza
troppe formalità degli aeroporti francesi in Siria per aiutare la resistenza
ami-inglese. L'aviazione tedesca destinata all'Irak era composta da 14 bi-
motori del tipo "Bf.llO", da 7 bombardieri del tipo "He. 111H-6", da
20 aerei di sostegno e di rifornimento del tipo 'Ju-52" e da quattro qua-
drimotori del tipo 'Ju-90 B"; gli italiani decisero di inviare 11 aerei del
tipo "CR.42" comandati dal capitano Francesco Sforza < 11>. Per la parte-
(11) Sulla consistenza di questa attività, le cifre date da certi storici sono sempre più
elevate: G. Kirk parla di "120 aerei tedeschi" (p. 94) e cita J. Soustelle, Envers et
contre tout, vol. 1: De Londres à Alger (1940-1942), Parigi, Laffont, 1947, p. 244 (G.
Kirk, The Middle East in the War, Londra, Oxford University Press, 1952). MJ.
Schroeder parla di un "primo contingente di 24 apparecchi tedeschi" e di "qual·
che aereo italiano'' (Les rapports des puissances de l'Axe avec le monde arabe, in La guerre
en Méditerranée 1939-1945, Parigi, CNRS, 1971, pp. 623-624).
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