Page 42 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Sul piano strategico generale, l'abbandono da parte della strategia te-
desca del "Piano Felix", che consentiva alla Marina tedesca di neutraliz-
zare il Mediterraneo occidentale con l'occupazione di Gibilterra, delle
Canarie e delle Isole di Capo Verde, aveva dato l'impressione, alla fine
del 1940, di un certo rifiuto da parte della Germania di impegnarsi nel
Mediterraneo, preferendo invece insistere sulla presenza continentale che
le aveva procurato tanti successi. L'occupazione di Creta, che dava all'As-
se una perfetta copertura della Penisola balcanica e gli permetterà di mi-
nacciare la posizione degli inglesi nel Mediterraneo orientale e in Medio
Oriente, sarà la smentita clamorosa di tale ipotesi.
Le illusioni italiane a proposito del futuro dell'Asse e del suo messag-
gio nei Paesi arabi saranno di breve durata: la Campagna di Siria, che
gli Inglesi e i gollisti scatenarono molto presto, sarà breve e inopportuna
per l'Asse che perderà, in poche settimane e malgrado le inutili prodezze
dell'esercito d'Oriente fedele a Vichy, ogni importanza nel mondo arabo
e nell'intero Medio Oriente. Tra 1'8 giugno e 1'11 luglio ogni resistenza
delle forze di Vichy doveva cessare e le Commissioni d'armistizio italiana
e tedesca furono costrette a rifugiarsi in Turchia. Il capo della Commis-
sione italiana, il generale De Giorgis, nella sua relazione finale sulle ope-
razioni in Siria, non aveva alcun dubbio sulla lealtà delle forze francesi
quanto all'obbedienza agli ordini di resistenza dati da Vichy, ma insisteva
soprattutto sulla codardia e la viltà dei siriani che non avevano mai parte-
cipato, né da una parte né dall'altra, alla guerra, accontentandosi di atten-
dere il nome del vincitore per unirsi ad esso: "Dopo questa esperienza, nego
a simili popolazioni il diritto di libertà e d'indipendenza ... poiché per chiedere tali
diritti è necessario avere un atto di nascita adeguato, bisogna, almeno, avere preso
una chiara posizione in situazioni difficili, bisogna meritar seti ... Fenici e mentalità
levantina, ecco tutto ciò che resta delle affermazioni retoriche a proposito del Medio
Oriente e del mondo arabo in generale!" (13).
Erano evidentemente le campane a morto per le ambizioni ideologi-
che e militari dell'Italia nella regione. Superata oramai dallo schieramento
ad Est della guerra con l'URSS, l'attenzione dell'Asse era focalizzata inte-
ramente in Europa orientale dove l'èra delle "guerre lampo" sembrava
(13) Queste sono le conclusioni politiche del Rapporto finale del gen. F. De Giorgis alla
presidenza della CIAF: Relazione sul conflitto franco-inglese in Siria (giugno-luglio 1941),
in U.S.S.M.E.-CIAF, Racc. 75, fase. 9, pp. 34-35.
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