Page 47 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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vittoria tedesca.  Vorrei un rapporto su questo"<3>.  Prima ancora che Ribbentrop
            ricevesse dal suo ambasciatore una risposta deludente in proposito, la Santa
            Sede,  forse  subodorando  qualche  cosa,  aveva  già  provveduto  a  chiarire
           la  questione in modo da non ammettere equivoci.  Dopo aver deplorato
            genericamente che certa stampa non si  era peritata di  "diffondere notizie o
            totalmente inventate o abilmente travisate", allo scopo di "scalzare tra gli uomini
            la sovrumana certezza che,  a mezzo dell'inasprirsi della lotta, il Santo Padre rima-
            neva più che  mai il padre comune  di  tutti i fedeli",  il foglio  vaticano entrava
            direttamente nel merito del ballon d'essai cui si era riferito il ministro degli
            esteri tedesco, affermando che "si è osato spargere la notiza che il Santo Padre
            avrebbe  dichiarato  essere  obbligatorio  adattarsi  alla  nuova  situazione  europea  ed
            essere noto che la Santa Sede avrebbe,  da tempi remoti,  combattuto le forme di gover-
            no  democratiche",  che  "si  è dato  rilievo  ad un'informazione secondo  la  quale  la
            vita della  Chiesa  in  Germania si svolgerebbe in condizioni più che soddisfacenti",
            che "si è detto  che un rappresentante pontificio avrebbe portato incoraggiamento da
           parte del  Santo  Padre  ad ufficiali e soldati passati sotto  la bandiera di  un'altra
            nazione  belligerante"  e che  "si è affermato  che  il Santo  Padre  avrebbe  benedetto
            le armi di una sola nazione".  C'era però ancora dell'altro. Agenzie e giornali
            avevano  ospitato la  notizia  che  il Papa avrebbe  espresso l'opinione che
            era conveniente che la Francia, per evitare la completa rovina, sostituisse
            all'armistizio vigente un trattato definitivo,  senza  attendere la fine  delle
            ostilità. Per L 'osservatore romano,  la semplice enunciazione di queste notizie
            rivelava la loro .inconsistenza e falsità, da cui era informata anche "la noti-
            zia che  la  Sacra  Congregazione  del  Sant'Uffizio  si sarebbe pronunciata in  merito
            alla politica  razziale  della  Spagna  nei  riguardi  dei  paesi  americani  di  lingua
            spagnola" < 4>.
                Per togliere  ogni illusione in proposito, il segretario di Stato,  card.
            Maglione, inviava una circolare ai nunzi e ai delegati apostolici dei paesi
            più importanti, pregandoli di dare ampia diffusione al suo contenuto, per
            smentire le notizie propalate dai nazionalsocialisti di una rosea situazione
            in cui si sarebbe trovata la Chiesa cattolica nel Reich e nei  paesi da esso
            occupati < 5>.



            (3)  Cfr.  A.  Rhodes,  Il Vaticano e le dittature (1922-1945),  Milano, Mursia,  1975, p. 259.
            (4)  Cfr.  Per  la  verità,  in L'osservatore  romano,  16 febbraio  1941.
            (5)  Cfr.  Maglione ai nunzi e ai delegati apostolici in  Francia,  a  Berna,  Madrid,  Buenos Ayres,
               Rio  de]aneiro  e  Washington,  18  febbraio  1941,  ADSS,  IV,  pp.  389-398.


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