Page 48 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Su questo punto, infatti, non dovevano esserci dubbi. Le notizie che
provenivano quasi quotidianamente dal nunzio apostolico a Berlino, Ce-
sare Orsenigo, documentavano un crescendo di una situazione già di per
sé drammatica, tanto è vero che lo ste~so nunzio suggeriva a Pio XII e
al card. Maglione un cambiamento dell'atteggiamento della Santa Sede nei
confronti della guerra. Secondo mons. Orsenigo, il popolo tedesco avver-
tiva una sorta di complesso d'inferiorità rispetto ad altri popoli, come la
Francia e la Spagna, poiché le sue esigenze nazionali sembravano neglette
e trascurate dalla Santa Sede e dagli stessi cattolici tedeschi. Era questa
la ragione profonda per cui essi erano trattati come "stranieri in patria".
Gli esempi che portava indicavano il grado d'insensibilità nazionale dei
cattolici tedeschi, la loro distanza sempre più profonda dai compatrioti
chè aspiravano ardentemente alla vittoria: sacerdoti che dal pulpito invi-
tavano i fedeli ad amare anche Churchill e gli ebrei, la pubblica rampo-
gna di un parroco che aveva citato come modello da non imitare una
giovane sua parrocchiana perché aveva espresso opinioni non rispettose
verso i polacchi, l'aperta confessione di alcuni allievi della scuola teologica
di Padeborn che "il nostro Fuhrer è Cristo". Partito e governo erano irritati
contro i bollettini parrocchiali tedeschi (Kirchenblatter) perché evitavano
ostentatamente di menzionare Hitler con il titolo di Fuhrer, e perché nelle
chiese cattoliche, a differenza di quelle di altre confessioni, si pregava non
per la vittoria, ma per la pace. "Tutto questo, sottolineava il nunzio a Berli-
no, detto, ripetuto, diffuso astutamente in mezzo ad un popolo ansiosamente preoccu-
pato di una vittoria intensamente agognata, produce una disastrosa impressione e
non è da escludere che, ingaggiandosi una lotta religiosa, il partito sfrutti come ar-
ma efficacissima anche questo elemento politico, cioè i sentimenti ostili allo Stato da
parte del clero e l'amor patrio negletto dai cattolici". Questa situazione contene-
va molti pericoli e imponeva perciò un cambiamento di rotta da parte
dei cattolici tedeschi. "Accentuare una resistenza, osservava Orsenigo, sia pu-
re legittima, in questa atmosfera temo equivalga a scatenare una lotta che potrebbe
essere causa di ben gravi comeguenze alla Chiesa tutta in Germania" < 6 l.
In sostanza, Orsenigo tendeva·a spiegare la lotta del Terzo Reich contro
i cattolici come "un semplice lato di tutta una tensione ben più vasta, cioè estesa
contro tutti coloro, di qualunque confessione religiosa siano, che intralcino con i loro
giudizi i piani statali e raffreddino con le loro critiche l'entusiasmo per il trionfo
delle armi germaniche". Da ciò derivava la conseguenza "che questa durezza
verso i cattolici non è ostilità religiosa, ma solo esigenza di politica generale". A
(6) Cfr. Orsenigo a Maglione, 17 gennaio 1941, in ADSS, IV, pp. 347-351.
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