Page 50 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Che il fallimento dell'offensiva diplomatica delle autorità del Terzo
Reich avesse peggiorato la situazione dell'Asse presso la Santa Sede era
dimostrato da una lettera che proprio in quei giorni di febbraio Pio XII
ebbe a scrivere al vescovo di Wurtzburg, Matthias Ehrenfried. Per la pri-
ma volta, il Papa esprimeva dubbi sulla validità della linea scelta fin dal-
l'inizio del conflitto. Affermava infatti il Papa che uin der gegenwartigen Stunde
kreuzen sich einerseits das gewaltige Geschehen im ausserkirkhlichem Raum, dem
gegenuber der Papst die Zuruckhaltung beobachten will, die ihm unbestechliche Um-
parteilichkeit auferlegt, anderseits die kirchlichen Aufgaben und Note, die sein Ein-
greifen verlangen; sie uberkreuzen sich so vielfach und so verhangnisvoll,
verhangnisvoller noch als im vergangenen Weltkrieg, dass der Nachfolger Petri in
ubertragenem Sinne des Herrn Wort an den ersten Papst sich anwenden konnte, ein
anderer werde ihn gurten und fuhren wohin er nicht wolle (]oh, XXI, 18)"<B>.
Si cominciava insomma a riconoscere apertamente che la guerra at-
tuale, che non rispettava neppure la coscienza religiosa di popoli e perso-
ne, era qualitativamente diversa da quella precedente, cui pure si era riferito
per assumere la sua posizione (9).
Di fronte a questa nuova sconfitta diplomatica, i dirigenti nazional-
socialisti cominciarono a dare segni di impazienza. Dopo la libertas Eccle-
siae in materia di nomine ecclesiali, il loro bersaglio polemico fu la Radio
vaticana, diretta dai gesuiti, che spargeva nel mondo notizie sulle reali con-
dizioni della Chiesa nel Terzo Reich e nei territori da esso occupati < 10>.
Nella prima decade di febbraio, Orsenigo domandò, con accenti ultimati-
vi, la sospensione delle trasmissioni della Radio vaticana, che i tedeschi
denunciavano dirette contro di loro < 11>. Esse furono sospese soltanto alla
fine di aprile, per ordine tassativo di Pio XII < 12>. Fu in quel periodo, in-
fatti, che il Papa mostrò di aver superato la ucrisi di coscienza" che lo aveva
attanagliato all'inizio dell'anno a proposito dell'imparzialità, ritenendo così
opportuno tornare all'imparzialità più rigorosa e più formale nei confronti
(8) Cfr. Pio XII a Ehrenfried, 20 febbraio 1941, in ADSS, II, pp. 200-203.
(9) Cfr. D. Veneruso, Pio XII e la seconda guerra mondiale, in Rivista di storia della Chiesa
in Italia, XXII (1968), pp. 506-553 (citaz. pp. 508-513).
(10) Cfr. A. Rhodes, op. cit., p. 255.
(11) Cfr. Orsenigo a Maglione, 7 febbraio 1941, in ADSS, IV, pp. 378-380.
(12) Cfr. Ledochowski, generale dei gesuiti, a Maglione, 30 aprile 1941, in ADSS, IV, pp.
474-477.
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