Page 54 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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si convertivano al cattolicesimo < 21 > e chiedendo un'udienza particolare a Pio
               XII  come  rappresentante ufficiale  del  nuovo  Stato.  Ancora Tardini  rico-
               nobbe che  "la questione era delicata",  ma optò subito per il ricevimento di
               questa pur scomoda personalità perché i  motivi  dei  sì  superavano quelli
               del no < 22>.  Così la sera stessa Pio XII e il card.  Maglione ricevettero il du-
               ca  di  Spoleto  Aimone di  Savoia-Aosta,  preconizzato  re  di  Croazia  con  il
               nome di Tomislav II < 2 3>  e H giorno seguente il poglavnik  Ante  Pavelic (24>.
               Le ripercussioni di questa duplice visita furono più gravi di quanto la Santa
               Sede  si  sarebbe  attesa.  Scontate ovviamente le  proteste  dell'ambasciatore
               iugoslavo < 25 > e della legazione britannica < 2 6)  come quelle di parti in causa, si
               diffuse largamente l'impressione che queste visite avessero di fatto rotto la
               consuetudine della Santa Sede di non riconoscere mutamenti giuridici e in-
               ternazionali prodotti durante la guerra e per effetto di essa,  avessero spo-
               stato la Santa Sede verso le potenze dell'Asse e, nello stesso tempo, avessero
               accolto con troppo favore un governo che, fin dal primo momento, aveva
               massacrato sistematicamente i serbi. Per questo la Santa Sede insistette molto
               su quanto  era vero  formalmente,  cioè  che  la  visita  dei  due era  avvenuta
               con carattere assolutamente privato, che neppure in questa occasione ave-
               va  derogato  di riconoscere  fatti  politici avvenuti  durante il conflitto,  che
               considerava ancora come rappresentante legittimo il ministro iugoslavo presso
               la Santa Sede, tanto da protestare ufficialmente quando questi, con un pre-
               testo,  venne espulso da Roma < 27>.  D'altra parte, il card. Maglione respinse
               la protesta inviata dal ministro iugoslavo per la nomina di un delegato apo-
               stolico in Croazia < 28>.  Il vulcano balcanico scontentava anche l'altra parte.



               (21)  Cfr. A. Rhodes, op.  cit., pp. 334-346; La Legazione di jugoslavia alla Segreteria di Stato,
                    17  maggio  1941, in ADSS,  IV,  p.  498.
               (22)  Cfr.  Note  di  Tardini,  17  maggio  1941,  in ADSS,  IV,  pp. 493-496.
               (23)  Ibidem.
               (24)  Ibidem.
               (25)  Cfr. La legazione iugoslava alla Segreteria di Stato,  17 maggio  1941, in ADSS, IV,  p.
                    497; Promemoria della legazione di jugoslavia presso la Santa Sede,  12 giugno  1941, i!Ji-
                    dem,  pp.  545-546.
                (26)  Cfr.  A.  Rhodes,  op.  cit.,  p.  336.
               (27)  Cfr. Maglione ai nunzi e ai delegati apostolici,  18 maggio 1941, in ADSS, IV, pp. 502-503;
                    Maglione ai nunzi e ai delegati apostolici,  19 maggio 1941, ibidem, p. 564; Note di Tardi-
                    ni,  2 giugno  1941,  ibidem,  p.  529; Maglione  a Stepinac,  11  luglio  1941,  in ADSS,
                    V,  pp.  81-82;  Note  di  Tardini,  22  luglio  1941, ibidem,  pp.  90-91.
                (28)  Cfr.  Note  di  Tardini,  2 giugno  1941, in ADSS,  IV,  p.  529.


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