Page 57 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Nel giugno, altre non liete notizie erano state fornite alla Santa Sede
             dal nunzio a Berlino. Nel Terzo Reich e nei territori occupati, erano stati
             ulteriormente ridotti gli spazi vitali della Chiesa cattolica. Molte chiese e
             seminari erano stati chiusi, i gesuiti erano stati espulsi, i monasteri, i con-
             venti, le  case religiose per ambedue i sessi  erano progressivamente sop-
             pressi (39)  ed  era  stato  dato  nuovo  e  più  efficace  impulso  alla  pratica
             dell'eutanasia contro inabili, incapaci ed handicappati < 40>.  Particolarmente
             grave era la situazione nel Warthegau,  dove il locale Gauleiter Greiser ave-
             va emanato il 14 marzo un'ordinanza il cui contenuto era riassunto dal
             card. Bertram, arcivescovo di Breslau, .in questi perentori termini:  ues gibt
             keine Kirche mehr in staatsrechtlichen Sinne,  nur noch religiò"se Kirchengesellschaf
             ten in Sinne von  Vereinen",  senza più alcun legame organico né con il clero,
             né tanto meno  con la  Santa Sede < 4 1>.
                  Proprio mentre l'offensiva  contro la  Santa Sede  era  in pieno  svol-
             gimento, incominciava il conflitto germano-sovietico.  Poteva essere l'oc-
             casione  tanto  attesa  di  un  chiarimento:  la  Santa  Sede  aveva  ancora
             l'opportunità di rientrare nelle grazie di Berlino approvando la lotta anti-
             bolscevica, la Chiesa cattolica di Germania a sua volta poteva cogliere l' oc-
             casione di dimostrare più facilmente la sua lealtà allo Stato e la sua unione
             con le  aspirazioni politiche dell'intero popolo tedesco e,  dal loro canto,
             le autorità nazionalsocialiste potevano avere il modo di mostrarsi più di-
             sponibili di fronte alla Chiesa cattolica. Ancora una volta, le speranze na-
             zionalsocialiste  non si  realizzarono.  La  Santa Sede  colse anzi l'occasione
             per stabilizzare definitivamente quella linea di imparzialità che aveva adot-
             tato dall'inizio  del conflitto e che  era stata sul punto di entrare in crisi
             nel febbraio 1941. Quando le autorità tedesche e poi quelle italiane chie-
             sero  informalmente  e  ufficialmente  di  sposare  la  causa  antibolscevica
             dell'Asse <4 2 > la  Santa Sede,  con  M o n tini (43>  e con Tardini, respinsero la



             (39)  Cfr. Orsenigo a Maglione,  2 luglio  1941, in ADSS, V,  pp. 67-69; Orsenigo a Maglione,
                 10  settembre  1941, ibidem,  pp.  94-96.
             (40)  Cfr.  Orsenigo  a Maglione,  10 settembre  1941, in ADSS,  V,  pp.  194-196.
             (41)  Cfr.  Bertram  a Pio  XII,  14 aprile  1941,  in ADSS,  III,  l, pp.  397-398.
             (42)  Cfr.  Note  di  Tardini,  5 s'ettembre  1941,  in ADSS,  V,  pp.  182-184.
             (43)  Cfr. Note di Montini,  28 giugno 1941, in ADSS, IV, pp. 576. li sostituto agli affari
                 ecclesiastici ordinari assicurava l'incaricato d'affari statunitense Tittmann che non
                 risultava alla Santa Sede che l'episcopato tedesco,  riunito a Fulda, avesse lanciato
                 un appello  per sostenere la  lotta contro  il  comunismo.



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