Page 61 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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sia una politica più soft nei confronti dello Stato tedesco,  impegnato per
           la vita e per la morte in un immane confronto < 52>,  sia un coinvolgimento
           diretto della Santa Sede in quei giudizi e in quelle proteste che spesso sca-
           turivano proprio da essa, ma che si voleva che apparissero dettati dai cat-
           tolici locali (53>.
                Certo questo atteggiamento non metteva al riparo da tutte le critiche
            e da tutte le  possibili evenienze.  Consentiva di rivelare la  prevalente av-
            versione dei cattolici per le forze dell'Asse, ma non dappertutto: le creava
            problemi di fùofascismo in Slovacchia e in Croazia < 54>.  Complessivamente,
            però, allontanò i cattolici dalla causa dell'Asse, permettendo perfino che
            i cattolici americani aderissero all'alleanza con l'Unione sovietica promossa
            da Churchill e da Roosevelt. Lo si vide chiaramente in occasione della vi-
            sita di Myron Taylor in Vaticano nel settembre 1941. Questi venne aRo-
            ma per illustrare a Pio XII e al card. Maglione una lettera che il presidente
            degli Stati uniti aveva scritto a Pio XII il3 settembre 1941. In essa si chie-
            deva di appoggiare la dichiarazione congiunta anglo-americana di un me-
            se  prima e si  affermava che nell'Unione sovietica le chiese erano aperte
            e presto si sarebbe ottenuta la piena libertà religiosa: in ogni caso, conclu-
            deva il documento, la dittatura bolséevica non era così pericolosa come
            quella  nazionalsocialista (55>.
                Al Papa e alla Segreteria di Stato quella lettera non piacque molto,
            anzi si potrebbe dire che non piacque affatto. In primo luogo dimostrava
            che non solo gli Stati uniti avevano rinunciato ad appoggiare tentativi di
            pace, ma si  erano addirittura messi  a  capo  dello  schieramento antiasse,
            senza peraltro sparare ancora quel primo colpo  che  non poteva tardare
            molto.  In secondo luogo dispiaceva che il presidente americano e Chur-
            chill mirassero così scopertamente a smuovere la Santa Sede dalla sua im-
            parzialità. Infine non persuadeva molto che da una sede così autorevole
            si tentasse di attenuare, se non addirittura di negare, la politica antireli-
           giosa di Stalin. Tutte queste considerazioni emersero sia quando si trattò
            di  elaborare una lettera di risposta al presidente americano, sia quando
            si trattò di chiarire all'inviato speciale le ragioni della Santa Sede.  Mons.



            (52)  Cfr. Orsenigo a Maglione,  17 gennaio 1941, in ADSS, IV, pp. 347-351; R. Schneider,
                Pio  XII.  Pace  opera  della  gittStizia,  Roma,  Edizioni  Paoline,  1984, pp.  44-46.
            (53)  Cfr.  Orsenigo a Maglione,  10 settembre 1941, in ADSS, V, pp.  194-196; R.  Schnei-
                der,  op.  cit.,  pp. 44-46.
            (54)  Cfr.  C.  Falconi,  Il silenzio di  Pio  XII,  Milano,  Sugar,  1965," pp.  432-493.
            (55)  Cfr.  Roosevelt a  Pio  XII,  3 settembre  1941,  in ADSS,  V,  pp.  179-180.


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