Page 64 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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chela guerra contro il nazismo era guerra giusta <63>.  Allà fine di ottobre,
               il delegato apostolico a Londra, Godfrey, inviava alla Santa Sede un rita-
              glio del periodico britannico Review of World Affairs, ritenuto importante
               perché rispecchiava l'opinione delle alte sfere anglo-americane,  nel quale
               erano indicati i giudizi e pregiudizi che tale mondo continuava a nutrire

               per la Santa  Sede  e la  Chiesa  cattolica <64>.
                   Alla Santa Sede dispiaceva anche il fatto che né gli inglesi, né, in mi-
               sura minore, gli americani, attribuissero alcun valore al carattere speciale
               della città di Roma,  immediatamente soggetta alla potestà episcopale del
               Papa, e quindi non si facessero alcun scrupolo nel minacciare il bombar-
               damento di Roma <65>.  Doveva poi avere qualche sentore di verità la voce
               di lamentele  che da  alcuni ambienti della Santa Sede si sarebbero levate
              contro l'abbandono molto precoce da parte degli statunitensi di ogni sfor-
              zo per riportare la pace: queste erano diffuse specialmente negli ambienti
               di Vichy, delusi per la piega che avevano preso gli avvenimenti fin dall'i-
               nizio dell'anno (66>.  Si deve aggiungere che, dalla fine dell'anno, comincia-
              vano a vanificarsi le speranze nutrite dalla Santa Sede di compiere opera
               efficace perché agli italiani d'Africa venisse assicurato un buon trattamento
               e perché venisse mantenuto il servizio religioso assolto da missionari ita-
              liani in quel continente <6 7 >.  Proprio la realizzazione di questo secondo pun-
              to fu problematica. 1130 marzo 1941, il ministro britannico presso la Santa
              Sede,  Osborne, inviò in Vaticano una secca lettera in cui esigeva,  senza
              fornire spiegazioni, l'allontanamento dell'amministratore apostolico in Egit-
              to,  mons.  Nuti <6 8>.




              (63)  Cfr.  L'osservatore  ro1[tano,  19  settembre  1941.
               (64)  Cfr.  Godfrey  a Maglione,  24 ottobre  1941, in ADSS,  V,  pp.  280-283.
               (65)  Sulla questione del bombardamento di Roma, che vedeva i britannici sempre più
                   intransigenti, cfr.  Note di Maglione,  23-25  marzo 1941, in ADSS,  IV, pp. 421-422
                   e 423-424; Note di  Tardini,  27-28 agosto  1941, in ADSS, V,  pp.  155·157; Note di
                   Montini,  27 settembre  1941, ibidem,  p.  253;  Osborne a Maglione,  2 dicembre  1941,
                   ibidem,  p.  321;  A.  Rhodes,  op.  cit.,  pp.  285-287.
               (66)  Cfr.  Va/eri a Maglione,  15  gennaio  1941, in ADSS,  IV, pp. 336-338; Va/eri a Ma-
                   glione,  23  maggio  1941, ibidem,  pp.  512-514; Va/eri  a Maglione,  26 maggio  1941,
                   ibidem,  pp.  516-519;  A.  Rhodes,  op.  cit.,  p.  2~5.
               (67)  Cfr.  Tardini  ad Attolico,  3 aprile  1941,  in ADSS,  IV,  pp.  438-439.
               (68)  Cfr.  Osborne  a Maglione,  30  marzo  1941, in ADSS,  IV,  p.  421.


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