Page 67 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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può essere certo che un giorno non sarà tirato fuori di casa sua, derubato dei propri
beni e gettato in un carcere o in un campo di concentramento dalla Gestapo. lo mi
rendo ben conto che questo potrebbe accadere a me oggi stesso, o in un qualunque
altro giorno" (80). Il 20 luglio egli riprese la parola nella chiesa Liebfrau della
sua città, esaltando, con il paragone dell'incudine e del martello, la fun-
zione della resistenza (80. Il 3 agosto, von Galen, dal pulpito della chiesa
di S. Lamberto, rivolse i suoi strali contro l'eutanasia applicata ai malati
di mente, definendola come una violazione del quarto comandamento < 82 >.
Von Galen non fu il solo prelato che denunciò le violenze delle autorità
tedesche contro gli ordini religiosi. Orsenigo citò i casi di mons. Franz
Rudolf Bornewasser, vescovo di Treviri, il quale, il 31 agosto levò la sua
voce contro l'ingiusto esproprio del suo seminario, e di mons.Joseph Go-
dehard Machens, vescovo di Heldesheim < 8 3>.
Ai vescovi tedeschi, del resto, Pio XII aveva dato una traccia sulla
via da seguire contro le persecuzioni e le limitazioni. Il 12 febbraio aveva
indicato come necessario il metodo "von offenem Glaubensbekenntnis"< 84>. All'
arcivescovo di Bamberg, Jacob von Hauck, aveva suggerito "eine dreifache
Mahnung: Pflegt, so vie/ ihr kiinnt, das religiòse Leben und die religiòse Erziehung
in der Familie; verwendet alle Sorgfallt auf die kirchlichejugendunterweisung; whert
alle Versuche die Katholiken Deutschlands der Gesamtkirche und ihren Oberhaupt
zu entfremden" < 8 5>. Anche in una lettera che il Papa ebbe a scrivere al ve-
scovo di Treviri nello stesso giorno, veniva messo in rilievo il problema
principale che emergeva dalla persecuzione, cioè il mantenimento nella
fede del popolo e della gioventù < 8 6>, e la stessa preoccupazione costituiva
il tema della lettera di Pio XII al vescovo di Ma gonza, Albert Stohr < 87>.
Nella sua corrispondenza diretta con i vescovi, Pio XII apriva più
facilmente il suo animo. Scrivendo ad Anton Hilfrich, vescovo di Limburg,
il20 febbraio 1941, affermò che "Feststellungen iiber die von gewisser Partei-
(80) Cfr. A. Rhodes, op. cit., p. 305; L Giordani, op. cit., pp. 179-180.
(81) Cfr. A. Rhodes, op. cit., p. 305; L Giordani, op. cit., pp. 179-180.
(82) Cfr. Rhodes, op. cit., p. 305; l. Giordani, op. cit.; pp.179-180.
(83) Cfr. Orsenigo a Maglione, 10 settembre 1941, in ADSS, V, pp. 194-196.
(84) Cfr. Pio XII a Faulhaber, 12 febbraio 1941, in ADSS, Il, pp. 188-190.
(85) Cfr. Pio XII a Von Hauck, 16 febbraio 1941, in ADSS, II, pp. 191-193.
(86) Cfr. Pio XII a Bornewasser, 16 febbraio 1941, in ADSS, Il, pp. 196-198.
(87) Cfr. Pio XII a Stohr, 31 marzo 1941, in ADSS, Il, pp. 212-215.
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