Page 66 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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sostituto, colpire più in alto" < 7 5>. La questione apparve di tale gravità da non
potersi chiudere con una semplice lettera di protesta. Fu inviato perciò
dal ministro degli esteri italiano Ciano il nunzio Borgongini Duca allo scopo
di avere precisazioni più esaurienti e, soprattutto, l'assicurazione che fatti
simili non si ripetessero più. Nell'ufficio del ministro, il nunzio trovò an-
che Farinacci con il quale Borgongini ebbe un vivace scambio di idee. Al-
la grave affermazione del nunzio sul pericolo di "creare un conflitto tra Chiesa
e Stato (che) in questo momento faceva grave danno all'Italia", Farinacci ripeté,
"anche con voce molto forte", che Montini era popolare, complottava con i
ministri degli esteri nemici a danno dell'Italia e disse anche che di tutte
queste affermazioni poteva portare le prove. Seguì, secondo il rapporto
del nunzio, "una forte scaramuccia sugli ebrei", poiché Farinacci non voleva
accettare la tesi sostenuta da Borgongini che "i battezzati non sono ebrei, ma
cattolici" e affermò che avrebbe scritto un altro articolo contro Montini,
suscitando le inevitabili proteste del suo interlocutore < 76>. Il secondo ar-
ticolo fu scritto <m e, quattro giorni dopo, il nunzio apostolico in Italia
protestò ufficialmente (78).
Dove l'azione della Santa Sede nei confronti della guerra si sviluppò
con la completezza cui abbiamo prima accennato fu a proposito della Ger-
mania e dei paesi da essa occupati. Molti vescovi tedeschi decisero di pro-
testare di fronte a quello che essi definirono un processo di estinzione nel
Reich e nei paesi occupati della Chiesa cattolica. Il 6 luglio, i cinque car-
dinali tedeschi (Bertram, Faulhaber, Innitzer, Conrad e Sigismund) deci-
sero di portare a conoscenza di tutti i fedeli, attraverso la lettura dal pulpito,
le proteste che erano state rivolte contro le autorità nazionalsocialiste nel-
la lettera collettiva a Pio XII del 24 giugno < 7 9>. Il 13 luglio 1941 il vesco-
vo di Miinster, Clemens von Galen, tuonò dal pulpito della chiesa di S.
Lamberto: "Dobbiamo prepararci a vedere un convento dopo l'altro requisito dalla
Gestapo, i loro abitanti, nostri fratelli e nostre sorelle, figli delle nostre stesse famiglie
e compatrioti fedeli, gettati nelle strade come se fossero meretrici e banditi, cacciati
dal paese come bestie infette. Nessuno di noi è al sicuro - aggiungeva il vescovo
di Miinster - anche se si tratti del più fedele e illibato cittadino; nessuno di noi
(75) Cfr. Maglione ad Attolico, 6 giugno 1941, in ADSS, IV, pp. 531-532.
(76) Cfr. Bogongini Duca a Maglione, 10 giugno 1941, in ADSS, IV, pp. 539-541.
(77) Cfr. Borgongini Duca a Maglione, 24 giugno 1941, in ADSS, IV, pp. 567-568.
(78) Cfr. La Segreteria di Stato all'ambasciata d'Italia, 27 giugno 1941, in ADSS, IV, p. 574.
(79) Cfr. A. Rhodes, op. cit., p. 306.
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