Page 70 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Perdite dolorose venivano continuamente denunciate: per citare solo le più
importanti, l'arresto del vescovo ausiliare di Monaco, Neuhausler (95) e del
proposito Lichtenberg (96), la deportazione della carmelitana Edith Stein,
catturata in Olanda, il martirio di padre Maximilien Kolbe (97). Anche in
questo caso le proteste vaticane seguirono la via diplomatica, non quella
della pubblica denuncia, anche quando si trattava di vescovi polacchi de-
portati nei campi di concentramento <9 8l. Tuttavia, anche con questo pru-
dente modo di procedere, i rischi erano sempre molti: non a caso il card.
Gerlier, arcivescovo di Lione, fece sapere a Pio XII, attraverso la nunzia-
tura a Vichy, che Hitler avrebbe definito il Papa come suo "nemico per-
sonale"<99l. Una rapida inchiesta permise di ridimensionare la notizia, ma
in ogni caso la tensione rimaneva palpabile < 100l, anche perché le autorità
nazionalsocialiste mal sopportavano la continua profluvie di proteste del-
la Santa Sede, che tuttavia non defletté da quella linea che si era stabilizza-
ta a giugno, rafforzando i suoi legami con Washington < 101l.
Solo i legami tra la delegazione apostolica a Washington e la Santa
Sede possono spiegare quello che al Rhodes pare, a torto, come un "fatto
curioso". In una delle sue periodiche conversazioni radiofoniche "dal ca-
minetto", com'egli ama va definirle per il loro carattere confidenziale, il
presidente Roosevelt accennò, il28 ottobre 1941, sia pure in termini non
precisi, ad una nuova Chiesa, senza Cristo, né Papa, né vescovi, che si
sperimentava nel Warthegau ad iniziativa del Gauleiter di quella regio-
ne OOZ). Era evidente, nelle parole del presidente, l'eco del giudizio della
Santa Sede su quanto avveniva in Polonia: era evidente, insomma, che qual-
cuno lo informava. Tuttavia questo metodo "coperto", per quanto non
privo di efficacia, non piaceva all'ardente schiettezza dei polacchi, il cui
stato d'animo non poteva essere meglio rappresentato dalla lettera che l'ar-
civescovo di Cracovia, mons. Sapieha, ebbe ad inviare a Pio XII il 3 no-
vembre 1941: "So bene in quali difficilissime condizioni si trova Sua Santità e
(95) Cfr. G. Angelozzi Garibaldi, op. cit., p. 197.
(96) Cfr. Orsenigo a Maglione, 12 novembre 1941, in ADSS, V, p. 300.
(97) Cfr. L. Giordani, op. cit., pp. 176-177.
(98) Cfr. Orsenigo a Maglione, 10 dicembre 1941, in ADSS, III, l, pp. 509-510.
(99) Cfr. Va/eri a Maglione, 30 settembre 1941, in ADSS, V, pp. 254-255; Maglione a
Va/eri, 18 ottobre 1941, ibidem, p. 272.
(100) Cfr. Note di Maglione, 4 ottobre 1941, in ADSS, V, pp. 279-280.
(101) Cfr. Maglione ad A. Cicognani e a Spellman, 6 agosto 1941, in ADSS, V, pp. 132-137;
A. Rhodes, op. cit., pp. 270-275.
(102) Cfr. A. Rhodes, op. cit., pp. 294-297.
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