Page 60 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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La Santa Sede, infine, non rinunciava ad attuare le sue direttive, spesso
di capitale importanza (come quella del permesso accordato ai cattolici
americani di aderire con piena tranquillità di coscienza alla politica an-
dasse del proprio paese), sempre però facendo in modo che l'impulso fos-
se attribuito ed attribuibile alle chiese locali (50).
Un esempio probante delle modalità di applicazione di questo meto-
do complesso, con parecchi soggetti, fu dato in occasione dello scoppio
della guerra germano-sovietica. Mentre le associazioni di regime ed altre
confessioni profittarono dell'occasione per sprofondarsi in entusiastiche
attestazioni di lealtà alla causa della guerra e della vittoria, i vescovi tede-
schi, riuniti proprio in quei giorni a Fulda, inviarono al Papa una lettera
collettiva piena di proteste contro la politica religiosa del regime (51). Que-
sto atteggiamento dispiacque non solo, come è ovvio, alle autorità tede-
sche, ma anche allo stesso nunzio a Berlino il quale avrebbe desiderato
(segue nota)
dell'Ambasciata germanica presso la Santa Sede, Menshausen, si lamentò con Tar-
clini il26 maggio 1941 (''più di una volta l'amqasciata germanica presso la Santa
Sede ha ricevuto la segnalazione che il delegato apostolico di Washigton dà notizie
contrarie alla Germania, dicendo che le ha ricevute direttamente dal Vaticano" ADSS,
IV, pp. 314-315) e se Farinacci, con minore diplomazia, parlò d"'informatori non
negli appartamenti, ma nei pianterreni del Vaticano'', che avrebbero recato precise
notize di un vero e proprio "partito" antiasse che faceva capo a Moos. Montini
(cfr. Borgongini Duca a Maglione, 10 giugno 1941, in ADSS, IV, pp. 539-541).
In effetti c'era qualche cosa di vero anche in questa notizia indubbiamente defor-
mata e tendenziosa, in quanto mons. Montini era il prelato in maggiore contatto
con gli anglo-americani (cfr. Note di Montini del 28 giugno 1941, in ADSS, IV, p.
5 75, in cui assicurava l'inviato personale di Roosevelt, Tittman, che non risultava
affatto che i vescovi tedeschi, riuniti a Fulda in quei giorni, avessero espresso la
loro esultanza per l'attacco tedesco all'Unione sovietica; Note di Montini, 16 settem-
bre 1941, in ADSS, V, pp. 222-223, resoconto di un colloquio con Taylor ben al-
trimenti soft di quello di Tardini; per la sua capacità di trattare con gli anglo-americani
· gli furono infatti affidate le incombenze più delicate e difficili, come quella relativa
ai bombardamenti di Roma: cfr. Note di Montini, 27 settembre 1941, in ADSS, V,
p. 253; o per il mantenimento dei missionari italiani in Africa orientale: cfr. Note
di Montini, 16 dicembre 1941, in ADSS, V, p. 329).
(50) Cfr. Tardini ad A. Cicognani, 20 settembre 1941, in ADSS, V, pp. 240-241: "Questi
rilievi (a favore di una interpretazione della Divini Redemptoris volta a non ostacola-
re l'intesa tra le potenze occidentali e l'Unione sovietica) sono ovvi e facilmente
comprensibili, ma non possono, per ragioni che non sfuggono a V.E., esser fatti
autorevolmente da L'osseratore romano e tanto meno dalla Santa Sede e in nome della
Santa Sede".
(51) Cfr. ADSS, Il, pp. 223-228.
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